Giugno 2002

Vacanze si... ma da cristiani

L'episcopato italiano insiste molto sulla necessità del riposo e delle vacanze, raccomandando però ai fedeli di programmarle senza mandare in ferie il Signore. Vacanze diverse dunque, vacanze da cristiani, è stato ripetuto nel documento “Orientamenti per la Pastorale del Turismo“ del competente Consiglio Pontificio. Il credente dovrebbe entrare nella dimensione del turista con attenzione spirituale specifica, per viverne la realtà come momento di grazia e di salvezza. Il campo del turismo è, senza dubbio, uno di quei nuovi areopaghi di evangelizzazione, uno dei vasti campi della civiltà contemporanea, della politica ed economia, in cui il cristiano è chiamato a vivere la sua fede e la sua vocazione missionaria. Coloro che abitano in località turistica hanno l’obbligo di offrire segni concreti di accoglienza. Accompagnare gli ospiti nella loro ricerca di bellezza e di riposo, deve essere frutto del convincimento che quest’uomo è la prima strada che la Chiesa percorre nel compimento della sua Missione. L’espressione più profonda dell’accoglienza si incontra nell’Eucarestia, celebrata e vissuta. Occorre poi creare altri momenti di incontro fra i residenti e gli ospiti, a partire dalle diverse occasioni in cui la comunità locale si riunisce per la celebrazione della fede. Perché non organizzare e programmare incontri, anche con mezzi informativi in località turistiche?! Ricordo con nostalgia gli anni settanta e ottanta, quando durante le mostre missionarie a Castiglion della Pescaia e a Follonica, gruppi di giovani si riunivano nei camping per leggere insieme al sacerdote la Parola di Dio e confrontarsi con essa. Per quanto riguarda i cristiani che vanno in vacanza, accade spesso che molti, durante questo periodo, si dimentichino del Padre Eterno. Lo constatiamo quando, a settembre, abbiamo occasione di domandare da quanto tempo non partecipi all’Eucarestia e non pochi rispondono: «da prima delle vacanze». Ma non di sola preghiera vogliamo parlare. Abbiamo più tempo libero anche per testimoniare l’amore e la solidarietà. A cominciare dalla gestione economica delle vacanze, che deve essere senza sperperi, avendo sempre dinanzi i bisognosi e riservando loro una parte delle risorse disponibili. Ma quella delle vacanze è soprattutto una straordinaria opportunità per intensificare il dialogo familiare. Soprattutto tra genitori e figli. Un’occasione preziosa per assolvere al ruolo di catechisti, con la parola e con l’esempio. Fare vacanze in famiglia è ancora opportunità di arricchimento e condivisione nella cultura, nel rispetto dei valori morali e nella salvaguardia del creato. Ai giovani in particolare auguriamo che, oltre alle esperienze forti con i familiari, sappiano approfittare della Comunità parrocchiale, delle associazioni e gruppi giovanili, per partecipare a campi scuola, corsi di esercizi spirituali, esperienze di volontariato e di condivisione, in terra nostra o presso i popoli in via di sviluppo. Sono senza dubbio momenti che, vissuti in una dimensione di maggiore autonomia e libertà, stimolano e formano alla responsabilità e all’impegno nella fede e nella testimonianza, con atteggiamento missionario.

fra Corrado

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