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Dicembre 2016

Editoriale

Stiamo attraversando tempi segnati da cambiamenti ad ogni livello. Non vogliamo abusare qui dell’aggettivo epocale, ripreso spesso e talvolta a sproposito. D’altra parte, il fenomeno migratorio di migliaia di persone che bussano ai confini dell’Europa non può definirsi un’emergenza temporanea. Siamo davanti ad una profonda trasformazione della società nella quale viviamo. E non possiamo prevedere in che modo si presenteranno nel prossimo futuro gli scenari culturali e sociali della società europea. Anche da un punto di vista ecclesiale, stiamo assistendo a tentativi di cambiamento. Il magistero di papa Francesco sta portando una ventata di novità nella chiesa, prospettando un rinnovamento nelle relazioni all’interno delle comunità ecclesiali come nella tensione evangelizzatrice. L’idea di «una chiesa in uscita», che corra rischi pastorali piuttosto che rimanere arroccata su posizioni statiche ormai indifendibili, è il principio guida della parola di papa Francesco. All’interno di questi e molti altri cambiamenti, anche l’umile Eco delle Missioni cammina verso una trasformazione che riteniamo possa giovare alla sua diffusione. Il nuovo consiglio dei Frati Minori Cappuccini toscani sta cercando di semplificare la pubblicazione delle testate della provincia religiosa. Convogliando le forze e avendo di mira una evangelizzazione a tutto campo, le redazioni di Eco delle Missioni e di Proposta Tau saranno unificate fin dal prossimo anno. Crediamo così di poter svolgere un servizio migliore e più qualificato nei confronti sia dell’animazione missionaria che della pastorale giovanile in Toscana. Intanto, per l’ultimo numero di questo anno, le due testate saranno stampate e distribuite come al solito. Ma già fin d’ora, sfogliando le pagine della rivista, troverete qualche cambiamento insieme a conferme di collaboratori e tematiche. In un famoso detto, riportato dall’evangelista Matteo, Gesù afferma che “ogni scriba, divenuto discepolo del Regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13,52). Confidiamo di mantenere questo preciso stile evangelico, continuando sullo stile così apprezzato da voi lettori e proponendovi nuovi stimoli che speriamo siano accolti con il medesimo gradimento. Nell’approssimarsi della festa di Natale, vogliamo augurare ad ogni lettore un tempo di reale preparazione all’incontro con il Signore. La liturgia della prima domenica di Avvento ci ha invitato ad andare incontro con le buone opere al Signore che viene. Colui che viene è Colui che fa nuove tutte le cose, è Colui che, come diceva non gli antichi cristiani, ha introdotto nel mondo degli uomini ogni novità portando Se stesso. Col cuore pieno di speranza nelle promesse del Signore, vi auguriamo fin d’ora un felice e sereno Natale nelle vostre case e nelle vostre famiglie.

La redazione

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Giugno 2016

Grazie Giovanni!

Col numero scorso (marzo 2016) il Professor Giovanni Minnucci ha concluso la sua collaborazione con la nostra rivista: una collaborazione il cui inizio si perde nella notte dei tempi e che, negli ultimi sei anni, era diventato appuntamento puntuale e di grande prestigio con i nostri lettori, attraverso uno spazio che lui stesso aveva voluto chiamare “Per riflettere”. Come redazione già ne sentiamo la mancanza ed esprimiamo l’auspicio che il nostro rapporto non sia concluso, ma solo momentaneamente sospeso: dopo tanti anni, ha sentito il bisogno di lasciarsi più tempo per i suoi molteplici interessi ed impegni in campo accademico ed ecclesiale, una scelta che – pur con l’inevitabile rammarico – ha trovato la nostra immediata e totale comprensione. Difficile dire se di Giovanni abbiamo maggiormente apprezzato – e quindi ci mancherà di più – l’umanità, la spiritualità francescana, la vasta cultura, il rigore accademico o la semplice amicizia, perché lui è tutte queste cose insieme; ce ne siamo resi conto leggendo i suoi splendidi articoli, sempre di grande respiro, mai banali, su temi di enorme impegno, sia che trattassero dell’evoluzione della società globale, di temi di geopolitica, o più squisitamente di aspetti legati alla missione, alla vita e al magistero della Chiesa. Per questo lo vogliamo ringraziare, certi di interpretare anche il pensiero dei nostri lettori, perché in questi tempi in cui la riflessione è un bene così raro, le sue provocazioni ci hanno sempre stimolato a ragionare su quanto di importante accadeva a noi e intorno a noi, e ragionare è importante per crescere, come uomini e come cristiani! Quello che ci proponiamo di fare nel prossimo futuro – e lo proponiamo anche ai lettori – è di riprendere alcuni dei suoi articoli, leggerli di nuovo e riflettere ancora: per esempio su Diritti umani e libertà religiosa (giugno 2014), sull’incontro interreligioso di Assisi sulla pace (dicembre 2011), sulle migrazioni che interrogano la nostra civiltà (dicembre 2013), oppure su come cambia la geografia culturale e religiosa del pianeta (marzo 2014), sul Corno d’Africa, una catastrofe annunciata (ottobre 2011), sul Mediterraneo: area di conflitti o di incontro fra culture (giugno 2011), o quella originale e coraggiosa lettura della crisi, proposta nel giugno 2013, col titolo “Dio, l’uomo e il denaro”, per non parlare degli ultimi due numeri, in cui declina, da par suo, la pastorale della misericordia di Papa Francesco: dal Convegno Ecclesiale di Firenze (dicembre 2015), all’indizione del Giubileo (marzo 2016) Davvero Giovanni, con tutto il cuore, grazie!

La redazione

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Marzo 2016

Omaggio al Medioevo

In questo tempo di dibattiti sulle unioni civili, non passa giorno che non capiti di incontrarsi nei media in una lunga serie di insulti, disprezzo e sufficienze, indirizzate contro il Cristianesimo, a partire da: “residuo di oscurantismo medievale” fino a quelli molto più popolari con riferimenti alla terminologia anatomica. Voglio rivendicare del Medioevo la forza, l'originalità e la positività, che, pur portati avanti usati con rozza ma efficace energia e a volte poco ortodossa, riuscirono a creare una nuova unità politica ed ideale e la moralità di una società disgregata della decadenza della cultura greco-romana. Tale “oscurantismo” portò in gestazione l'Umanesimo e il Rinascimento, i periodi più fulgidi della nostra storia nazionale e paradigma per la cultura europea. Il Braccio secolare e il Cristianesimo costruirono i loro palazzi l’uno di fronte all’altro nella stessa piazza. C'era bisogno di visioni comuni, di certezze sicure e di determinazione e di azione. Nonostante i tentativi di sconfinamento provenienti da entrambe le parti, il bipolarismo resse e fu fecondo. Perché è il bipolarismo la base della realtà: dall’incontro del diverso o del complementare scaturisce l'energia ed il nuovo. Vita-morte, notte-giorno, inverno-estate, pace-guerra, gioia-dolore, odio-amore, terra-mare, positività-negatività, nucleo-elettroni, destra-sinistra, maschio-femmina, nuovo-vecchio... dal momento che si fondono perdono energia, si spengono e si vanificano.

P.Francesco Borri

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