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Tag Archives: 2007
Dicembre 2007
Facciamo spazio al Signore nel nostro cuore
Amici carissimi, quando vi arriverà questo numero di “Eco delle Missioni”, sarò forse ancora in Tanzania con P. Luigi, nuovo collaboratore del C.A.M. per partecipare alla inaugurazione della scuola superiore di Kongwa e per dare il via a nuovi progetti di promozione umana. Il pensiero augurale che voglio comunicare a ciascuno di voi, frutto di una personale riflessione, parte dal messaggio che la Liturgia dell’Avvento e del Natale ci offrono. Tempo di Avvento: annuncio di fede, condivisione con i poveri e promozione del bene comune. L’Avvento ci dispone a celebrare ogni anno l’avvenimento più dolce e familiare della nostra tradizione cristiana: la nascita del Verbo di Dio. Esso è anzitutto memoria, come ci ricorda Paolo nella II ai Corinzi 8,1: “conoscete la grazia del Signore Nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà“. Ed è “memoria“ e riattualizzazione del grande dono del Signore, dell’essersi fatto vicino all’uomo, compagno di viaggio, salvatore. Il Natale ci ricorda che, al centro dell’annuncio, la “lieta notizia“ è l’amore di Dio per l’uomo, e l’amore dell’uomo per i fratelli. E ricorda di conseguenza che l’evangelizzazione deve passare in modo privilegiato attraverso la via della carità reciproca, del dono del servizio. Vorrei esortare tutti ad entrare nel Mistero Natalizio, superando il rischio dell’emotività, dell’intimismo e della deresponsabilizzazione, con cui è vissuto il Natale da parte di molti. La venuta del Signore è certamente dono e grazia, ma è insieme un forte richiamo ad impegnarsi, ad aprirsi agli altri, a sentirsi in “missione“. Ecco alcune urgenze che oggi devono spingerci a un forte impegno, sia come singoli, che come famiglie, che come comunità che attendono il Natale di Gesù: l l’annuncio con la vita che il Signore Gesù è in mezzo a noi; l la testimonianza di fede che è dono da condividere, per cui siamo chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi; l la gioia del nostro credere divenga annuncio per tutti. Auguriamo a tutti gli amici del nostro Centro Animazione Missionaria un Natale gioioso e fraterno spinti sempre verso tutti coloro che attendono, oltre che una vita rinnovata nello Spirito mediante la Parola annunciata, anche un gesto concreto di solidarietà.
fra Corrado Trivelli
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Ottobre 2007
Il cammino della vita in Cristo
Terminate ferie e vacanze, concluse le esperienze di servizio volontario alle missioni, vi invitiamo a riprendere il cammino della quotidianità nelle parrocchie, nei gruppi, nelle fraternità dove gli amici attendono le vostre testimonianze vissute nel periodo estivo. Per i nostri gruppi missionari sono molte le esperienze realizzate, che esulano dalla tradizionale “Vacanza Estiva“ e sono certamente uno strumento per sensibilizzarci ancora di più verso realtà che attendono gesti di amore fraterno. Un richiamo dunque a riprendere con costanza, amore e fedeltà, impegni di formazione, di annuncio e di carità. Il nostro Centro di Animazione Missionaria di Prato, dopo il Capitolo Provinciale, si è arricchito di nuove presenze disponibili al servizio di informazione e formazione alla missione. Rimane responsabile del C.A.M. il sottoscritto (P. Corrado Trivelli), che viene però sollevato dal servizio di Guardiano svolto per ben nove anni. È suo successore e collaboratore, Fr. Luigi Ruggiero, insieme al nuovo Vicario Fr. Fedele Brizzi e all’economo del C.A.M. Fr. Flavio Evangelisti. Per il servizio pastorale in zona si unisce alla fraternità, Fr. Roberto Cassiani. Mi sia consentito di dare loro il benvenuto, e allo stesso tempo rivolgere l’augurio di raggiungere le ulteriori mete che Dio disporrà per il futuro. Questo augurio, unito ad un fraterno ed affettuoso saluto, va anche e soprattutto al P. Pio Laghi, che lascia questo Convento dopo tanti anni di permanenza. I cambiamenti, necessari per realizzare i disegni e risolvere i problemi che i superiori devono affrontare, sono causa di sofferenze. C’è sempre un taglio doloroso con ciò che si lascia, e questo vale sia per chi arriva nella nuova fraternità, sia per chi ne parte. La fede, che ci ha portato a fare certe scelte per la nostra vita, ci sostiene e, col tempo, ci fa costatare che dalla sofferenza nasce sempre qualcosa di bello, e che il futuro ci offre sempre di più rispetto al passato. Una parola di ringraziamento per tutti i volontari e i benefattori, che in maniera spesso nascosta e silenziosa, non mancano di sostenere l’attività missionaria. Certamente i missionari vivono in prima linea, impegnati nell’opera di evangelizzazione e promozione umana, e quotidianamente incontrano situazioni particolari di bisogno alle quali non è facile dare una pronta risposta. Se in tanti casi ciò diventa possibile è proprio grazie agli amici benefattori che li sostengono con il loro aiuto. Il Signore ci benedica e ci protegga nella ripresa del nostro cammino, che ci auguriamo vissuto all’insegna della generosità e soprattutto nella comunione fraterna.
Il responsabile del Centro Missionario Cappuccini Toscani
fra Corrado Trivelli
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Giugno 2007
Gli orizzonti della missione
Carissimi, fin dall’Ottobre scorso, mese dedicato alla riflessione sulla missione “ad Gentes“, si parla e si annuncia nelle riviste missionarie, nei giornali cattolici, della Celebrazione avvenuta il 21 Aprile 2007, del 50° anniversario della pubblicazione dell’Enciclica di Pio XII “Fidei Donum“. Abbiamo notato che, anche tra i nostri amici laici più impegnati nella collaborazione missionaria, questo prezioso documento non è conosciuto. Lasciando spazio nei prossimi numeri della rivista ad una documentazione esauriente dell’Enciclica, credo opportuno dare fin da questo numero qualche informazione in proposito, limitandomi a indicare solo lo spirito che in essa soggiace. Con la “Fidei Donum”, Pio XII, introducendo il concetto di corresponsabilità episcopale in campo missionario, ovvero il dovere di portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra, affermava che un così grande compito non era privilegio e prerogativa della sola Sede Apostolica, ma impegno primario di ogni singola Chiesa locale, la quale avrebbe dovuto mettere a servizio della Chiesa universale le forze (sacerdoti, laici, religiosi non specificatamente impegnati nella scelta ad gentes) disponibili a tale servizio. Fino allora la mentalità corrente era quella di ritenere che l’evangelizzazione ai lontani - la missione - appartenesse agli istituti missionari fondati esclusivamente per questo servizio, oppure a quegli ordini e congregazioni religiose maschili e femminili che rendono possibile ai loro membri questa scelta. Come accade nel nostro Ordine Cappuccino, che pur non essendo Istituto Missionario ha il maggior numero di missionari sparsi nel mondo. Ultimi arrivati nel contesto delle forze missionarie operanti sul campo, i fidei donum* divennero, soprattutto dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, un autentico ponte fra due realtà: la Chiesa locale di partenza e la Chiesa da costruire o costruita in missione. Un nuovo dinamismo, un viaggio di andata e ritorno che portò e porta un arricchimento maggiore alle due realtà. Questo ha portato anche un rinnovamento nel settore degli Istituti Missionari. Non più lunghi anni lontano dalla terra e dalla Chiesa di origine, ma più frequenti i ritorni e più fresche le testimonianze di esperienze. Questo ha contribuito non solo a dilatare gli orizzonti della missione, ma anche e soprattutto a trasformare la Pastorale delle Chiese di antica data.
fra Corrado Trivelli
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Marzo 2007
Mettersi in cammino con semplicità
Sono reduce di due viaggi in terra di Missione: 21 Novembre 1 Dicembre in Nigeria e 17 Gennaio 1 Febbraio in Tanzania. Ritengo giusto dedicare a queste ultime visite parte del contenuto di questo numero di “Eco delle Missioni“. Prima di parlare di realizzazioni, crescite e progetti, mi sia consentito affermare ancora una volta che nella realtà missionaria sempre più si manifesta la volontà di una Chiesa mossa dallo Spirito Santo ad essere annuncio di novità. Vera, autentica novità, ribadita dalla prima Enciclica di Benedetto XVI “Deus Caritas est“, che ha come contenuto fondamentale l’amore in tutte le sue dimensioni. Qui il Pontefice sottolinea già, quello che poi nel Convegno Ecclesiale di Verona verrà proclamato: “che è compito specifico dei laici essere cooperatori nella Chiesa soprattutto nella lotta per la giustizia, la solidarietà e la pace”. A poco più di un anno dalla citata Enciclica, segnali importanti se ne vedono già tanti, che esprimono e dichiarano che l’appello a ripartire dall’amore non è restato un alibi vuoto per mascherare, come alcuni critici hanno scritto su pettegoli quotidiani, la permanenza su vecchi sentieri. Verso il mondo contemporaneo e la cultura prevalente che lo anima, ispirata dal relativismo, il papa non arrocca la Chiesa in una posizione difensiva, ma sceglie di preferenza la via dell’incontro con le persone; piuttosto del contrasto con lo strumento della dottrina, preferisce come il samaritano, curare le ferite degli uomini e delle donne del nostro tempo, che una vita quotidiana senza riferimento a Dio Amore, acuisce sul piano personale e sociale. Potremmo concludere che tra progressisti e conservatori il Papa preferisce i “missionari“, superando così una polemica che non ha ragione di esistere in una Chiesa in cammino. Il Papa invita la Chiesa a mettersi in cammino per una esemplificazione della sua burocrazia, una riduzione dell’aspetto affaristico e mercantile, per dedicarsi piuttosto al confronto fraterno con le altre confessioni cristiane, per realizzare progressi sulla via dell’unità vista come una sfida anzitutto di conversione al Vangelo della Carità da parte dei credenti.
fra Corrado Trivelli
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