Marzo 2005

Qualcosa è cambiato!

Carissimi amici, nell’ultimo numero di “Eco delle Missioni” vi inviavo a nome del C.A.M. e mio l’augurio per le Festività e per il nuovo anno 2005. Ad anno iniziato mi trovo ancora a fare gli auguri e questa volta al nostro giornalino che, da questo numero, vuole presentarsi in una veste più ricca. Iniziato timidamente nel 1964, all’epoca del Segretario P. Bernardo Gremoli, attuale Vicario Apostolico di Arabia, portato avanti non senza sacrifici prima dal medesimo ideatore e poi dal suo infaticabile successore, P. Oneglio Bacci, fece un piccolo salto di qualità vestendo un abito più appariscente nel 1999, quando fu creato il C.A.M. a Prato. Oggi, dopo quaranta anni di età, chiede ancora maggiore spazio. Augurando perciò buon esito a questo nuovo impegno, soprattutto merito dei collaboratori laici, mi soffermo a fare una riflessione. Fin dagli inizi fu valido strumento di comunicazione e di informazione per la cerchia degli amici e benefattori dei missionari, oggi vengono stampate e distribuite 15.000 copie. È difficile che una pubblicazione di tematica missionaria, che esce solo quattro volte all’anno, abbia una simile diffusione. E dalle lettere che giungono in redazione, anche di critica, sappiamo che la rivista è letta e apprezzata. In un tempo in cui molte pubblicazioni sono in crisi e perdono copie, la nostra invece regge, non soccombe all’erosione del tempo. Tutto questo dimostra che risponde a delle esigenze, a delle aspettative insite nel cuore della gente. E di conseguenza, per noi che lavoriamo per questa pubblicazione, comporta una grande responsabilità. La simpatia con la quale viene accolto, il vostro entusiasmo anche nel farlo conoscere, sono dei “segni” che vanno analizzati per capire quale sia il loro significato. Tutto questo concorre a farci intendere che abbiamo tra le mani qualche cosa “che non è nostro”, che è uno strumento che ci è stato affidato dalla Provvidenza, e noi dobbiamo essere attenti e pronti per rispondere adeguatamente. Questo ci proponiamo di fare, iniziando da questo numero, che segna l’inizio del quarantaduesimo anno di vita. Ringraziando sentitamente chi ha fondato questo giornalino, coloro che ci hanno lavorato, coloro che vi lavorano attualmente, e voi tutti carissimi lettori, concludo con il saluto di Pace e Bene.

fra Corrado Trivelli

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