Giugno 2005

Lo Spirito del Signore

Fratelli, amici e benefattori carissimi, in questi ultimi tempi abbiamo vissuto eventi che ci hanno colpiti e coinvolti: la morte di Giovanni Paolo II e l’elezione del nuovo Pontefice Benedetto XVI. Ci siamo intensamente commossi nell’assistere per giorni al pellegrinaggio spontaneo di milioni di persone per un ultimo riconoscente saluto alla salma del papa scomparso. Ben a ragione è stato scritto che il cuore di tutti in quei giorni era lì, presso la Basilica di S. Pietro, per partecipare, non solo con la Chiesa, ma con l’intera umanità al dolore per aver perduto un sì grande Pastore. Scrivo queste righe oggi, giorno di Pentecoste, in cui ci viene ricordato che il primo dono del risorto ai credenti è lo Spirito Santo, ed è appunto questa presenza del divino spirito in mezzo a noi che ci invita ad una speranza nuova. A guardare con ottimismo a questa nostra Chiesa che “è viva ed è giovane” come ci ha ricordato Benedetto XVI nella Omelia della Santa Messa di inizio del suo Pontificato. Una speranza che Giovanni Paolo II ci ha raccomandato nel suo testamento con le parole: “Dio non ci abbandona mai…”. Infatti ci ha inviato il suo Spirito, affinché cammini al nostro fianco lungo le tortuose strade dell’esistenza umana e ci guidi. Spirito di fortezza e di consolazione che ci accompagna sostenendoci nei momenti della sofferenza, confortandoci nelle prove più difficili, condividendo ogni istante di gioia e di dolore ogni giorno della nostra vita. È in mezzo a noi sempre: nel bene e nel male, in tempo di guerra e di pace, negli attimi di gioia che ci sorprendono e nelle tragedie che ci colpiscono, specialmente nei luoghi dimenticati dove si testimonia il servizio della missione e si offre la vita anche con il martirio. Le parole che abbiamo più volte proclamato nel periodo post pasquale: “Non vi lascio soli, sarò con voi sempre”, sono nutrimento per il nostro spirito e per l’anima dell’intera umanità, per tutti coloro che sono animati da Buona Volontà… Si, Dio non ci abbandona mai e nel Mistero della Pentecoste ce ne ha dato la prova. Per cui mi rivolgo a voi tutti cari amici e fratelli, per invitarvi a prestare attenzione, specialmente in questo anno Eucaristico, a quel pane che si spezza ogni giorno sull’altare, il pane della vita, il Corpo di Cristo - e così uniti “un cuor solo ed un’anima sola” - celebreremo l’Amore, la Condivisione, la Comunione fraterna. Cammineremo verso i fratelli che sono nel bisogno, verso un futuro fatto di dialogo e di gesti concreti di carità per tutti i popoli della terra.

la pace del Signoresia con tutti voi fra Corrado Trivelli

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