Ottobre 2015

Volare in alto

Sono ormai diversi giorni che provo a pensare sul senso della massa di esseri umani che preme numerosa alle frontiera dell’Europa. Ma ogni qualvolta tiro delle conclusioni, succede sempre qualche cosa, che mi obbliga a rimescolare le carte. In una espressione di meraviglia, Samantha Cristoforetti, ammirando la terra dalla stazione spaziale, sottolineava come da lassù non si vedessero né i confini né le barriere con cui dobbiamo misurarci ogni giorno. Il globo appare splendente e compatto anche se composto dai molti e svariati elementi e creature viventi. È una unità fatta di diversità, che si amalgama e dove ogni cosa trova i limiti e confini con armonia. Ogni volta che un equilibrio si rompe, una serie di eventi scompaginano e ricompongono le diversità in nuovi equilibri. È questo il sistema con cui la terra si rinnova e mantiene la sua giovinezza. Che non sia così anche per il genere umano? Viviamo in una società dove i mezzi di comunicazione interconnettono simultaneamente ogni angolo del globo. Scienza e tecnologia hanno concesso agli uomini il potere di sbarazzarsi della maggior parte delle sudditanze ostili e incrementare i beni e i ritmi della natura. Ne è seguita una moltiplicazione di relazioni umane, che gli uomini però non hanno imparato a gestire nell’equilibrio. Chi ne soffre è stanco e non accetta più i limiti, i confini né leggi vigenti. Esige anche per sé quello che la terra possiede. “Non sottovalutare la forza degli stupidi quando sono radunati in grandi masse” dice il messaggio stampato in una maglietta del Tanzania. Bisogna allora salire ancora più in alto, come la Cristoforetti, e far scomparire i confini attuali, che non hanno più l’equilibrio né l'armonia necessari e disegnarne di più giusti ed attuali.

P.Francesco Borri

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