Ottobre 2003

Riscoprire il germoglio della vocazione

Domenica 5 ottobre in Piazza San Pietro, Daniele Comboni viene proclamato Santo da Giovanni Paolo II

Carissimi, in questo mese di Ottobre, dedicato dalla Chiesa a una particolare riflessione sulla Vocazione alla Missionarietà, c’è stato il riconoscimento pieno della Santità di Mons. Daniele Comboni. Tutti noi, sensibili al mondo della Missione ad Gentes, ci uniamo ai nostri fratelli Comboniani per esprimere la gioia per il grande dono che il Santo Padre ha fatto alla Chiesa tutta e alla Chiesa Missionaria in particolare, elevando agli onori dell’altare questa grande figura di apostolo che richiama e ripropone le grandi personalità missionarie antiche e moderne. Lo Spirito di Daniele Comboni riecheggia altri amanti della terra africana, come Giustino De Iacobi e il Confratello Cappuccino Card. Guglielmo Massaia, Charles de Foucauld. Come questi apostoli anche Comboni, oltre ad avere donato la vita per i fratelli, ha suscitato un grande movimento religioso e laico, che ha saputo far sorgere nelle comunità, con tanti missionari e missionarie che lo hanno seguito in Africa, iniziative di sostegno spirituale e materiale al mondo africano e all’intervento della dimensione missionaria nelle Chiese locali. Dalla sua biografia appare chiaro che fin da bambino Daniele aveva nel cuore il germoglio della vocazione. Col passare del tempo realizzò il suo sogno, divenendo missionario dell’Africa. Con innumerevoli sacrifici portò avanti il suo ideale, il suo amore per difendere quelli che erano fatti schiavi. La sua vita fu breve, ma il seme da Lui gettato era caduto in terreno fertile. Ora ci sono i suoi missionari che, con nobili sentimenti umani, si donano e si offrono ai fratelli del mondo per amore di Gesù Cristo e del loro fondatore. L’evento della sua Canonizzazione non deve muoverci solo ad un gioioso grazie, e alla solita contemplazione di un autentico “campione” dell’evangelizzazione, ma deve darci l’opportunità per riscoprire la dedizione al servizio degli altri e a far rivivere nella nostra vita pratica la riconoscenza per il dono ricevuto nella fede; nonché di risveglio dello spirito missionario nei nostri gruppi o comunità missionarie, per crescere sempre di più nell’annuncio di fede detta e vissuta.

fra Corrado

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