Giugno 2009

La bellezza dell’amore fraterno

Durante il percorso pasquale che abbiamo fatto nella Chiesa, la liturgia della Parola ci ha indotto spesso a riflettere sul fatto che ci è stata data l’opportunità di sperimentare e di far sperimentare la viva presenza del Risorto tra noi, nella Chiesa e nella vita del mondo. Gli annunci del Vangelo contenenti le apparizioni del Cristo Risorto ai discepoli ci hanno invitato anzitutto a mettere a fuoco la nostra esperienza di Gesù, il nostro incontro con Lui nella Chiesa, suscitando in noi il desiderio di testimoniare con la vita l’amore generoso che ci ha salvati, orientandoci verso la vita di fraternità che le prime comunità cristiane vivevano, o meglio dire, tendevano a realizzare con scelte serie e impegnative. Ciò che fondamentalmente le caratterizzava era l’amore fraterno: “Erano un cuor solo ed un’anima sola” (Atti degli Apostoli). Ma tale amore non rimaneva chiuso nella dimensione spirituale, bensì si traduceva nella libera condivisione dei beni anche materiali, tanto che tra di loro non esisteva più alcun bisognoso. Un amore fraterno che traeva il suo fondamento nell’Amore di Dio: chi ama Dio è sollecitato ad amare anche il prossimo, e l’amore, sia di Dio che del prossimo, è frutto di fede. È credendo che i fedeli entrano in comunione con Dio e in cammino con il prossimo. Per questo a Luca preme sottolineare anche la condivisione dei beni materiali. Si tratta dell’amore fraterno che scaturisce dall’incontro con Cristo e che non si esaurisce in un puro e semplice sentimento, ma si rinnova in una concreta solidarietà. Nuova qualità di vita, e nuove relazioni interpersonali. Relazione non ispirata dall’egoismo, dall’individualismo, dalla concorrenza, dal sospetto reciproco, ma dall’apertura, dalla stima vicendevole dalla carità e dalla condivisione con i fratelli tutti, ma specialmente con quelli che si trovano nel bisogno. Tutte queste relazioni nuove, sono espressione di un cuore totalmente libero, reso capace di amare dal dono dello Spirito accolto nella fede che fanno dei credenti un cuor solo ed un’anima sola. È questo messaggio che la Chiesa italiana ci invita a portare ai fratelli abruzzesi, nella drammatica vicenda che li ha colpiti. E noi del Centro Animazione Missionaria Cappuccini Toscani vogliamo rispondere con generosa collaborazione a questo invito, ed esortiamo tutti i nostri amici volontari e collaboratori a rendersi disponibili a mettere in questo momento al primo posto la sofferenza, il disagio, la povertà nelle quali è caduto il popolo abruzzese. Senza abbandonare i fratelli geograficamente lontani, non trascuriamo i vicini.

fra Corrado Trivelli

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