Nigeria: Ibadan, chiesa di S.PioCentro Missionario OFS

laici francescani, testimoni e strumenti per un mondo nuovo

Prato: 11 Ottobre 2009

Incontro di informazione
e formazione alla Missione
Relatore: Vincenzo Picciano
Consigliere nazionale OFS,
delegato per il Centro Missionario

 

Fino a dieci anni fa, per me la missione era rappresentata da frati, suore, preti che erano mandati per il mondo ad aiutare i poveri, a costruire pozzi, scuole, ospedali oltre che predicare il vangelo e fare catechismo ai bambini. Nella nostra fraternità, ogni tanto venivano i missionari, inviati nel Ciad dalla nostra provincia, che ci mostravano le foto dei luoghi, dei bambini, della povertà e noi facevamo la bella raccolta di fondi. Chiaramente non c’è nulla di male in tutto questo, anzi, ma la missionarietà non può esaurirsi nel mettere mano al portafogli.

“L’attività missionaria esige una specifica spiritualità che riguarda, in particolare, quanti Dio ha chiamato a essere missionari. Tale spiritualità si esprime, innanzitutto, nel vivere in piena docilità allo Spirito ... per divenire sempre più conformi a Cristo. Non si può testimoniare Cristo senza riflettere la sua immagine la quale è resa viva in noi dalla grazia e dall’opera dello Spirito.” (Redemptoris Missio, 87)

Tutti i cristiani sono chiamati ad essere missionari, ma nella misura in cui il Signore dona di lasciarsi plasmare dallo Spirito. Il missionario, sia quello della porta accanto che quello in terre lontane, non si preoccupa tanto e solo di fare, di adoperarsi per qualcosa, ma di essere, di stare accanto, di ascoltare, accompagnare, condividere. Egli, come Cristo, deve spogliarsi di sé, distaccarsi dai propri beni e dalle persone a cui è legato per donarsi all’altro totalmente nella carità. È necessario rivestirsi degli stessi sentimenti di Cristo: umiltà, mitezza, docilità allo Spirito, disponibilità al servizio. “La chiamata alla missione deriva di per sé dalla chiamata alla santità. Ogni missionario è autenticamente tale solo se impegnato sulla via della santità.” (RM 90).
Ad un certo punto lungo il mio cammino ho incontrato due giovani francescani, Salvatrice ed Umberto Virgadaula. Tramite loro ho incontrato un altro frate “speciale” Antonio Imperato della provincia di Bari, missionario in Albania. Mi invitò ad andare là, perché aveva bisogno di aiuto: cercava un ingegnere per ristrutturare un casa di campagna da trasformare in asilo per i bambini poveri di Nenshat.

Non ebbi il coraggio di dire subito si, ma qualcosa cominciava a cambiare in me; forse il vero missionario era diverso da quello che avevo in testa. Ripresi in mano la nostra Regola e le nostre Costituzioni e alcuni articoli avevano un significato più chiaro:
Regola - Art. 6 - Sepolti e resuscitati con Cristo nel Battesimo che li rende membri vivi della Chiesa, e ad essa più fortemente vincolati per la Professione, si facciano testimoni e strumenti della sua missione tra gli uomini, annunciando Cristo con la vita e con la parola.

Art. 10 - Unendosi all’obbedienza redentrice di Gesù, che depose la sua volontà in quella del Padre, adempiano fedelmente agli impegni propri della condizione di ciascuno nelle diverse circostanze della vita, e seguano Cristo, povero e crocifisso, testimoniandolo anche fra le difficoltà e le persecuzioni.

Art. 15 - Siano presenti con la testimonianza della propria vita umana ed anche con iniziative coraggiose tanto individuali che comunitarie, nella promozione della giustizia, ed in particolare nel campo della vita pubblica impegnandosi in scelte concrete e coerenti alla loro fede.

Art 3, 2 delle Costituzioni:
La loro secolarità, nella vocazione e nella vita apostolica, si esplica secondo la rispettiva condizione, e cioè:
- per i laici, contribuendo alla edificazione del Regno di Dio con la presenza nella realtà e nelle attività temporali ;
- per i chierici secolari, rendendo al Popolo di Dio il servizio che è loro proprio, in comune con il Vescovo ed il Presbiterio.
Gli uni e gli altri si ispirano alle opzioni evangeliche di San Francesco d’Assisi, impegnandosi a continuare la sua missione con le altre componenti della Famiglia Francescana.

Mi sentii finalmente pronto ad accogliere l’invito a recarmi in Albania, paese nel quale il CeMiOfs aveva già organizzato dei campi di volontariato. Con mia moglie Pia, i nostri figli, la famiglia di mia sorella, terziaria anch’essa, ed altre due consorelle della fraternità, partimmo da Bari con alcuni giovani della Gifra e, durante le vacanze di Natale del 2002,vivemmo la nostra prima esperienza di volontariato missionario. Fu una esperienza forte, che ha messo a dura prova il nostro spirito di adattamento, ma che ha determinato una vera svolta nel nostro essere francescani secolari. È iniziato così il mio inserimento nel settore missionario, prima come componente dell’équipe e responsabile del settore volontariato e poi, dopo il capitolo del 2007, come delegato per il CeMiOfs.

Dunque, cos’è questo centro missionario dell’ Ordine Francescano Secolare? È un braccio operativo del Consiglio, uno strumento agile per la realizzazione del Progetto Missionario dell’OFS, “è il luogo di comunione nel quale si elaborano, si coordinano, si sviluppano e si condividono i percorsi formativi ed esperenziali comuni delle varie realtà missionarie regionali e locali, per il rinnovato impegno di evangelizzazione della Fraternità dell’OFS di Italia” (art. 4 T. e S.) ed è espressione di servizio dell’OFS negli ambiti della missionarietà e di giustizia-pace e salvaguardia del Creato. Il progetto vuole tracciare un percorso attraverso il quale ogni francescano secolare può attuare quel “passare dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo” (art. 4 Regola) nella realtà quotidiana e nel proprio specifico.
La missionarietà, infatti, si esplica “andando” all’estero (laicato missionario), ma è possibile, necessaria e doverosa anche qui in Italia dove la fede sta diventando progressivamente un qualcosa di poco sentito e vissuto e sono dolorosamente manifeste tante emergenze sociali, “le nuove povertà”, che chiedono azioni concrete.
La nostra idea di missione è dunque cambiata e la nostra presenza in Albania si è ripetuta costantemente, ogni anno, con piccoli gruppi e in diversi periodi per non complicare le situazioni logistiche di chi ci ospitava. Quell’asilo di cui vi parlavo è stato completato e dato in gestione alla Comunità Giovanni XXIII, che già operava in Albania in favore di bambini orfani o provenienti da famiglie disagiate, mamme in difficoltà, ragazze madri. Quello che noi facciamo è principalmente servizio e condivisione, viviamo con loro e ci occupiamo delle faccende domestiche e dell’animazione dei bambini. Assieme ai frati abbiamo organizzato numerosi campi estivi per i giovani e per i bambini con corsi di catechismo, di italiano e di inglese, corsi di musica, di igiene e pronto soccorso, di animazione liturgica.
Quali sono perciò i campi d’azione del CeMiOfs?
1) Formazione
È ormai consolidata la presenza dei delegati CeMi ai due appuntamenti formativi annuali, a livello nazionale, ed agli incontri differenziati. È necessario puntare sulla formazione e sull’apprendimento della dottrina sociale della Chiesa, sulla conoscenza delle attività missionarie e sull’impegno personale e di fraternità ad intraprendere azioni coraggiose in tema di giustizia, pace e salvaguardia del creato attraverso il lavoro dei ministri e dei delegati affinché tutti i francescani secolari facciano proprio il senso di appartenenza alla fraternità e siano pronti a rispondere alla chiamata che Dio fa ad ognuno di noi.

2) Percorsi specifici
Gli incontri formativi specifici, destinati al laicato missionario e ai volontari, costituiscono un momento di confronto, di condivisione e di discernimento e realizzano il desiderio di donazione di diversi fratelli secolari che si concretizza nell’impegno diretto in terra di missione.
È un cammino di discernimento che coinvolge tutta la fraternità e non il singolo.

3) Progetti missionari


3.a Progetto Romania.

A giugno 2008 si è concluso l’impegno triennale della famiglia Virgadaula e ad agosto è iniziata la missione di Lucia Iorio che nelle relazioni periodiche ci rende partecipi dei vari momenti iniziati con l’inserimento nel contesto parrocchiale, il proseguimento dei microprogetti esistenti e delle varie attività svolte ad Onesti. Le attività di carità e testimonianza impegnano Lucia in prima persona ma, impegnano tutta la fraternità nazionale in un sostegno con la preghiera e con le opere.

3.b Progetto Venezuela
In estate si è conclusa anche l’esperienza missionaria di Elisabetta ed Eugenio Di Giovine. Il Progetto Missionario prevedeva la valutazione di “ogni eventuale opportunità in termini di servizio temporaneo in loco”. Il Consiglio nazionale ha dato un futuro al progetto Venezuela sostenendo il proseguimento dei micro progetti iniziati, anche in mancanza di nuovi laici missionari, con l’aiuto di laici del posto.

4) Giustizia, pace e salvaguardia del creato.
Facendo un’analisi delle varie realtà regionali emerge un’evidente scarsa conoscenza del “progetto missionario” elaborato dal Consiglio Nazionale OFS ed una conseguente difficoltà a porre in essere anche i progetti basilari suggeriti nello stesso: albero e acqua.
Tuttavia, regioni come il Lazio, la Sicilia e l’Umbria si stanno muovendo nei settori della salvaguardia del Creato (le prime due) e della difesa della vita (la terza) con progetti concreti ed articolati che si auspica possano essere di stimolo a tutte le altre fraternità regionali ed, a cascata, ad ogni fraternità locale italiana.

Vorrei concludere con alcune parole di don Tonino Bello, tratte dal libro La sfida della speranza
«Anche tu per evangelizzare il mondo: il Signore ce l’ha anche con te. La sua mano tesa ti ha individuato nella folla. È inutile che tu finga di non sentire, o ti nasconda per non farti vedere. Quell’indice ti raggiunge e ti inchioda a responsabilità precise che non puoi scaricare su nessuno. Anche tu. Perché il mondo è la vigna del Signore, dove egli ci manda tutti a lavorare. A qualsiasi ora del giorno».


Intervento dei volontari (OFS e GI.FRA) del campo di fraternità missionaria,
organizzato dal 17 al 31 Agosto 2009 dal CeMiOfs Toscana, in visita a Lucia Iorio,
laica francescana missionaria fidei donum in Romania.
Da sin. Ilaria e Livia della fraternità OFS di Prato,
Anna della Gi.Fra di Firenze
e Erica della Gi.Fra di Pontedera (tutti membri Ce.Mi.OFS-Gi.Fra toscano.