Fidei Donum:
volontari laici francescani per la missione


Prato 13 Luglio 2008

Incontro di informazione e formazione alla Missione,
presieduto da Mons. Gastone Simoni Vescovo di Prato.


Sono intervenuti: Giuseppe Failla, Ministro Nazionale Ofs d’Italia; Enzo Picciano, Consigliere Delegato Nazionale Ce.Mi.Ofs; Padre Luigi Senesi, Assistente Nazionale OFM Cappuccini; Padre Giorgio Morosinotto, Assistente Nazionale OFM Conventuali; una rappresentanza del Consiglio Nazionale Ofs.

Il Conferimento del Mandato Missionario a Lucia Iorio

celebrazione eucaristicaDomenica 13 luglio 2008 si è svolto a Prato, presso la Chiesa dei Cappuccini in via Diaz, l’incontro di informazione e formazione alla Missione “Fidei Donum: volontari laici francescani per la missione” realizzato in collaborazione con il Ce.Mi.Ofs e l’Ofs e che ha visto il conferimento, durante una toccante concelebrazione presieduta dal Vescovo di Prato Mons. Gastone Simoni, del Mandato Missionario a Lucia Iorio, volontaria in partenza per Onesti, in Romania, e che si stabilirà presso la missione dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia. 
Come ha sottolineato durante il suo intervento il Ministro Nazionale, “quello di oggi è stato per la Chiesa e la famiglia Francescana un giorno speciale, un momento di grazia e benedizione del Signore per i suoi benefici. Ancora una volta per l’Ordine Francescano Secolare si è presentata l’occasione della Missione Ad Gentes.”
Lucia Iorio, francescana secolare dal 1994 presso la Fraternità di Prato, si inserisce nel Progetto Ofs Italia per la Romania per un servizio missionario di promozione del laicato cattolico al servizio della comunità parrocchiale di Onesti, in continuità con la famiglia Virgadaula, rientrata in Italia dopo il triennio missionario terminato da poco.
Da sempre attratta dalla figura missionaria, Lucia Iorio ha sempre creduto che questa fosse l’espressione più alta della corrispondenza dell’amore di Dio.
Durante il suo cammino nell’Ofs e con una lunga esperienza di volontariato e di servizio ecclesiale alle spalle, ha maturato questa scelta decidendo di mettere da parte paure e insicurezze e rispondere a questa chiamata.
Matteo Claudione, Addetto Stampa Nazionale Ofs

padre corrado e lucia iorioLe ragioni di questa partenza
La testimonianza di Lucia sulla sua vocazione. Raccontare le ragioni che mi hanno fatto decidere di andare in missione è molto semplice: non ho trovato altro modo per corrispondere all’amore di Dio Padre. Questa era la tappa naturale di un cammino iniziato tanti anni fa dall’incontro con l’Uomo Dio Gesù Cristo. L’articolo 6 del II capitolo della nostra Regola dice: Sepolti e risuscitati con Cristo nel Battesimo, che li rende membri vivi della Chiesa, e ad essa più fraternamente vincolati per la professione, si facciano testimoni e strumenti della sua missione tra gli uomini, annunciando Cristo con la vita e con la parola.
Non sono mai andata in missione nel senso vero e proprio del termine, ma sempre mi sono sentita missionaria, e soprattutto sempre mi sono sentita figlia di Francesco e della Chiesa.

Nell’esperienza fatta a Mlali in Tanzania con p. Flavio e gli allora ragazzi della Gi.Fra, ho toccato con mano l’amore misericordioso di Dio, lì è cominciata la svolta più importante della mia vita, lì è nato il mio desiderio di condivisione e di servizio.
Così sono iniziati i campi estivi con i ragazzi, le vacanze con gli anziani, i mercatini missionari, l’impegno per le adozioni a distanza, il servizio nel Consiglio locale a Prato (6 anni) e nel Consiglio e Coordinamento regionale Toscano (8 anni), le raccolte alimentari e il viaggio fatto in Bosnia con il camion degli alimenti con Claudio e Ilaria, l’animazione nell’orfanotrofio Giovanni XXIII in Croazia, con Santino, Ilaria, Livia, con questi amici fraterni ho condiviso tante esperienze, tante gioie e tante lacrime, sono i miei amici santi che mi hanno aiutata nel cammino.
E il viaggio fatto con p. Corrado e p. Luciano in visita ai conventi e alle fraternità della Nigeria. Sempre mi domandavo dove il Signore mi avrebbe chiamata, guardavo quei luoghi con gli occhi di chi si aspetta una risposta.
Poi sono andata a trovare Umberto e Salvatrice in Romania. Non pensavo che quella fosse la mia terra di missione, perché non capivo neppure la loro scelta. Quanti schemi, quante chiusure… ancora non avevo incontrato il mio lebbroso.
Dal Testamento di Francesco (110-1,3): “Mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi: e il Signore stesso mi condusse tra loro …. ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo”.

Quello che della Romania vediamo alla TV o sui giornali è solo una parte di quello che quel popolo è veramente, profitto di bambini, prostituzione, giri loschi, si, c’è anche questo, come in qualsiasi altra parte del mondo. Sono entrata con stupore nella storia di questo paese così vicino a noi eppure così sconosciuto, giudicato solo per sentito dire, senza vera conoscenza. Cosa sappiamo di loro? Di quello che hanno sofferto sotto la dittatura? Oppressi, schiacciati, privati di ogni libertà, anche quella di credere. Tanti hanno pagato con la vita. Chiese distrutte, sacerdoti e laici che si sono opposti al regime imprigionati e torturati.
Il seme di questi martiri è un seme d’amore che sta rifiorendo, questo popolo si vuole rialzare e ritrovare la dignità di vere donne e veri uomini e vuole farlo con il lavoro; per questo vanno aiutati, perché soprattutto questo popolo è quella fetta di umanità per cui Cristo è morto e risorto.
Tra pochi giorni partirò, cosa vado a fare? Con che spirito ci vado? Che cosa mi aspetto?
Cose da fare ce ne sono molte, nella Enciclica Deus caritas est il papa Benedetto XVI al punto 16 dice: «Guardando con gli occhi di Cristo io posso dare all’altro ben più delle cose estremamente necessarie: posso donargli lo sguardo d’amore di cui egli ha bisogno». Riuscissi a fare solo questo! Cosa mi aspetto? Quello che ci ha promesso Gesù: Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi nel mio nome, riceverà cento volte tanto insieme alle tribolazioni.

Prato: da sinistra, Giuseppe Failla, Lucia Iorio con i figli Chiara e Gabriele, P.Luigi Senesi, 
P.Giorgio Morosinotto e la coppia di missionari attualmente in Venezuela, Elisabetta e Eugenio Di GiovineQueste tribolazioni che non vorremmo mai! Eppure mi hanno avvisato gli amici missionari che sono partiti prima di me, mi hanno detto come sarà dura quando cominceranno a mancare gli amici, le cose lasciate, gli affetti più cari, i figli. Ed anche il mio padre spirituale me l’ha detto, aspettati la tribolazione del fallimento e della delusione, quando le cose non andranno come vorresti o come ti aspettavi. E stamani me l’ha ricordato anche il nostro Vescovo quando mi ha dato in dono la croce missionaria, so cosa vuole dire questa croce, Gesù c’e l’ha detto: «Chi vuole venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua».
Ma guardo questa croce e vedo che Cristo ha gli occhi aperti, è vivo! E’ risorto! E mi dice non temere Lucia, io ti sono vicino e ti proteggo, ti sostengo, anzi ti precedo, sono già in Romania e ti aspetto perché c’è una missione da compiere. Si, perché la missione la compie Gesù, non Lucia, ma ha bisogno delle mie mani, delle mie gambe, del mio cuore, ed io dico: «Eccomi, manda me».
Come ci vado? Con il mio carisma francescano, che è specifico, quello di amare e servire Cristo povero e crocifisso, dire a tutti quanto Dio ama i suoi figli, da parte mia e con l’aiuto di Dio, farò tutto quanto mi è possibile per condividere e camminare insieme alle persone che incontrerò, verso la speranza, verso la gioia, per essere testimone di fede e di amore, a nome dell’Ordine francescano secolare e a nome della Chiesa di Prato.
Pace e bene, Lucia

La prima lettera di Lucia dalla Romania

Care sorelle e fratelli della mia fraternità di Prato, il Signore vi benedica! Grazie, un grazie che nasce dal profondo del cuore per la bellissima giornata che tanto vi siete prodigati per rendere perfetta.Tutto è stato bellissimo e mai come domenica 13 luglio mi sono sentita così accolta e amata, ho assaporato ogni momento di quella giornata che porterò nel bagaglio delle mie emozioni per sempre.
In questo bagaglio andrò ad attingere nei momenti tristi e saprò di avere un tesoro che mi risolleverà. Posso ricordare i canti del coro ed emozionarmi, il cartellone di Isa e rallegrarmi della sua bravura, il pranzo di Franco e rimpiangere la buona cucina, i biglietti ricevuti ed esservi grata, la canzone della filanda e ridere di nuovo, la fatica del vostro lavoro e sapere che c’è chi ha sopportato un peso per me, i contributi dati e riconoscervi generosi.
Grazie dunque. Ora che mi sono esaltata ed anche inorgoglita per essere stata protagonista di un evento così importante, devo ricordarmi chi sono, cioè il mio nulla e con grande umiltà mettermi a servizio del popolo che mi accoglie.
Pregate con me il Signore che mi dia la capacità di farmi piccola, affinché ogni cosa fatta sia solo a gloria di Lui. Vi abbraccio tutti, siete con me nel mio caldo scialle a fine agosto vi darò le nuove notizie. Pace e bene a tutti.