Da Lucca al Brasile, Cappuccini in Missione

Con l’unificazione delle provincie cappuccine di Lucca e di Toscana, un’altra importante terra di missione si è aggiunta a quelle già note ai lettori del nostro giornale, il Nordeste del Brasile. Dopo che, nel dicembre 2004, abbiamo fornito alcune notizie su P. Damiano da Bozzano (frei Damião), un Cappuccino del quale è attualmente in corso la causa di beatificazione, e il breve cenno contenuto nelle Notizie e Testimonianze dell’ultimo numero, il presente Dossier si propone di far compiere un ulteriore passo avanti nella conoscenza di questa Missione.

Recife: Basilica di Nossa Senhora da Penha

Il testo che segue lo abbiamo preso da una pubblicazione di P. G. Lazzeri: Padre Damiano da Bozzano. Apostolo della riconciliazione e maestro di vita spirituale. Il “Padre Pio” del Brasile, 2003, pp. 143-154.

I Cappuccini di Lucca arrivano in Brasile
“Dietro formale richiesta inoltrata alla Curia Generale dell’Ordine con segnalazione di zone preferite, il Ministro Generale dei Cappuccini in data 12.12.1930 affidava la missione di Pernambuco del Nordeste del Brasile ai Frati Cappuccini di Lucca. Il primo missionario che si imbarcò per quelle terre il 15 gennaio 1931 fu il P. Felice da Olivola, che giunse in Recife il 30 aprile 1931, dopo essere passato per Bahia. Il passaggio delle consegne con i Cappuccini di Napoli avvenne con l’arrivo di altri tre missionari nella persona del P. Damiano da Bozzano, P. Ignazio da Carrara e P. Benedetto da Terrinca. I Cappuccini lucchesi subito si stabilirono nel convento annesso alla basilica di Nossa Senhora da Penha (Recife) avendo come superiore regolare il P. Felice da Olivola.

A questi primi quattro l’anno successivo si aggiunsero il P. Antonio da Terrinca e fra Bartolomeo da Querceta. Ma cos’era questo sparuto manipolo di missionari per un territorio comprendente 4 Stati (Alagoas, Pernambuco, Paraiba, Rio Grande do Norte) con una estensione molto più vasta dell’Italia? Eppure tra innumerevoli difficoltà quei campioni ottennero esiti sorprendenti... Frattanto giungevano nel 1934 il P. Teofilo da Virgoletta e il P. Cipriano da Ponteccio. Il primo pensiero fu di aprire un’altra casa e pensare ad avviare il reclutamento di forze indigene. A tal fine il vescovo di Maceiò rivolse l’invito ai frati ad aprire una casa in città. La richiesta fu accolta e in breve tempo si costruirono chiesa e convento, dove si poté sistemare il Seminario Serafico... Uno dei primi impegni del superiore, P. Felice da Olivola, fu l’erezione di un monumento a Dom Vital, l’eroico vescovo Cappuccino di Olinda, che per difendere la Chiesa, subì persecuzioni di ogni genere, fu costretto a rifugiarsi a Parigi dove morì in circostanze misteriose.

Ora i Cappuccini sono anche brasiliani

Nel 1937 la missione di Pernambuco fu dichiarata Custodia Provinciale... Ecco allora giungere dall’Italia altri 4 missionari tra il 1935 e il 1936: P. Roberto da Terrinca, P. Fedele da Terrinca, P. Ottavo da Terrinca e P. Teodoro da Bargecchia. Con questi rinforzi fu possibile rinnovare i superiori con a capo P. Teofilo da Virgoletta... A P. Damiano e P. Cipriano fu assegnato lo Stato di Paraiba e il Rio Grande do Norte. Al P. Antonio e al P. Vital Maria...lo Stato di Alagoas e di Pernambuco. Grande merito di questi primi missionari fu la cura diligente e premurosa del Terzo Ordine Francescano. Dovunque si recavano, non mancavano di reclutare anime ben disposte a vivere un cristianesimo più coraggioso e fedele alla scuola di S. Francesco... Intanto si profilava un nuovo problema: quello degli studi. Ai seminaristi pronti per il noviziato e per lo studio della filosofia e della teologia, bisognava provvedere luogo e personale adatto. Da Roma venne la proposta per un noviziato comune tra le missioni del Nordeste e Bahia e per uno studentato filosofico e teologico nel Maranhão. È di questo tempo la venuta tra i missionari di Lucca del cappuccino P. Agatangelo da Cingoli, missionario nella Custodia di Bahia... Negli anni tra il 1937 e il 1938 due nuovi missionari, come P. Egidio da Sarrok e P. Ireneo da Vinca, fecero sentire maggiormente il problema dei luoghi... Molto opportuna giunse l’insistente richiesta del vescovo di Natal, di erigere una casa nell’ex collegio dei Maristi che aveva una chiesa dedicata a S. Antonio. Qui fu approntata la nuova sede del noviziato, mentre il seminario minore fu trasferito nel villaggio di Contendas nello Stato di Pernambuco...

Recife: Piazza del mercato davanti Gli anni del dopoguerra sono i più belli della nostra presenza in Brasile: le vocazioni sono in aumento, il lavoro si moltiplica con larga risonanza ed efficacia, ai frati lucchesi si affiancano i religiosi brasiliani. Il nuovo Custode, P. Teodoro coltiva un grande sogno: costruire un grande seminario che sia insieme anche un grande santuario. Il luogo prescelto nello Stato di Paraiba, che ancora non aveva una nostra casa, doveva essere a Capo Branco, il punto più vicino all’Europa e vicinissimo alla capitale João Pessoa. Chi più di tutti vi lavorò con zelo e capacità fu il P. Crispino da Massa che divenne pure il primo Direttore del collegio lì trasferito fino al 1960...Si arriva così al 1966, quando viene eretta da Roma la Custodia Generale di Pernambuco per i frati brasiliani e la Delegazione per i frati lucchesi con un Superiore delegato dal Ministro Provinciale, per ovviare alle difficoltà della convivenza e garantire un lavoro fruttuoso e sereno...

Con l’evangelizzazione, la promozione umana

Non si creda però che i nostri religiosi in terra brasiliana si siano limitati alle sole attività di ordine spirituale, come annuncio del Vangelo e pratica dei Sacramenti. I missionari Lucchesi si impegnarono in opere organizzative e promozionali nel campo della istruzione e difesa della loro gente. Basti accennare all’Opera Sociale Missionaria, resa presente in ogni città e zona, per garantire non solo l’azione evangelizzatrice, ma anche la formazione morale e religiosa, sociale e culturale del popolo. Tutti coloro che avevano a cuore la promozione della popolazione e intendevano dare il proprio contributo, erano invitati ad iscriversi. Poi la grande scuola di Caruaru che, iniziata con pochi ragazzi, oggi raccoglie più di tremila alunni che escono con la preparazione e titolo di insegnanti. In questa attività si distinse, anche come parroco, il P. Tito da Piegaio con l’ampliamento dei locali resi più adatti secondo il progresso dei tempi. Si aggiunse pure la creazione di Cooperative, lo scavo di pozzi, la costruzione di cappelle sul vasto territorio della parrocchia, per consentire preghiera e istruzione. Anche P. Giorgio da Massa si rese benemerito con una fondazione per l’assistenza agli anziani affidata ad un movimento di Terziarie Francescane, con quattro case, dove ci si prodigava nell’assistenza ai poveri vecchietti, altrimenti abbandonati, che il suddetto Padre seguiva religiosamente e materialmente. Ma il frutto più bello e prezioso di tanto impegno apostolico nel Nordeste del Brasile è senza dubbio la creazione della Nuova Provincia Nossa Senhora de Penha con i suoi più di 50 membri in continua crescita in una delle regioni più martoriate della seca. Anche se la presenza dei Cappuccini Lucchesi si è molto ridotta, resta tuttavia il merito ampiamente riconosciuto di essere stata la Provincia Madre di una nuova Provincia Francescana con ampie prospettive di sviluppo e di attività apostolica, che si sta impegnando, tra l’altro, a proseguire l’opera del P. Damiano da Bozzano, curandone in particolare la causa di beatificazione.
A laude di Cristo. Amen”.

Da sinistra: P. Luciano, P. Giuseppe, P. Bernardino, P. Antonio e, in ginocchio, il padre Guardiano di Pina Recife, nella Cappella dove ha celebrato la Messa P. DamianoEstratto dalla Relazione di Fr. Antonio Landi
sulla visita effettuata, fra il 29 maggio e il 14 giugno 2006,
insieme a Fr. Luciano Baffigi,
alla Provincia Cappuccina del Nord-Est del Brasile.

 

 

 

 

Fra DamianoI missionari della ex-provincia di Lucca ancora presenti sono tre:
• P. Ferdinando Rossi, di anni 88, in Brasile dal 1948
• P. Bernardo Ricci, di anni 86, in Brasile dal 1948
• P. Giuseppe Maria del Giudice, di anni 69, in Brasile dal 1967.

La Provincia dal titolo “Nossa Senhora da Penha” è autonoma dal 29 giugno 1983. È una Provincia nel pieno della sua giovinezza, immersa nella vita del territorio, intenta ad un serio lavoro apostolico. Hanno abbondanti vocazioni, sono attenti ai segni dei tempi e protesi verso il futuro. Dal seno della Provincia sono già stati scelti due alunni, chiamati al ministero episcopale:
• Dom Frei G.S. Luis Pepeo, vescovo della Diocesi di Afogados da Ingazeim PE
• Dom Frei Severino B. de França, vescovo ausiliare della Diocesi di Santarèm - Cuiaba PA.

Padre Damiano Giannotti, Nato a Bozzano, comune di Massarosa (LU), il 5/11/1898 e deceduto a 99 anni, il 31/5/1997. Per 66 anni ha fatto sempre lo stesso lavoro: predicazione itinerante, missionaria. Per me era il motivo principale del viaggio: a dieci anni dalla morte, ero ansioso di verificare se la sua memoria si stesse consumando col passare del tempo. Abbiamo constatato che la devozione verso di lui si è invece enormemente accresciuta: Domenica 28 maggio, nono anniversario della sua morte, attorno alla tomba c’erano migliaia e migliaia di pellegrini, arrivati con centinaia di pullman da tutto il Nord-Est del Brasile. Il 31 maggio noi stessi abbiamo partecipato alla processione in ricordo della sua prima missione e della morte. Stando ai giornalisti, vi hanno partecipato circa diecimila persone. Domenica 11 giugno siamo stati a Guarabira, una città dello stato di Paraiba, per vedere il monumento più grande innalzato in onore di P. Damiano. La statua misura 22 metri in altezza, basata su un piedistallo di 12 metri, al cui interno è situato un museo di ricordi del Padre. Di statue in onore di P.Damiano, nel Nord-Est del Brasile, ce ne sono diverse centinaia. Ci si può domandare quale sia il segreto di questa fama crescente. La mia opinione:

Guarabira: monumento a Fra Damiano, 1. P. Damiano si è nordestizzato. Ha scelto di vivere partecipando in tutto al loro stile di vita: A) nel mangiare: riso lesso, brodo di fagioli, carne (quando possibile); niente verdura non cotta per il pericolo di parassiti; B) nel viaggiare: viaggiava in omnibus carichi come l’arca di Noè; C) dove non c’erano i bagni, si lavava in tinozze, e per le necessità fisiologiche, si alzava quando era ancora buio e andava nel bosco. P. Damiano partecipava intensamente alle loro sofferenze. Una signora mi ha raccontato “Un giorno, disperata per essere stata abbandonata dal marito (un italiano) sono andata a sfogarmi con P. Damiano. Io piangevo e anche P. Damiano piangeva.” 2. L’impegno eccezionale nel lavoro. Alle 4:30 iniziava il lavoro; alle 8, un breve intervallo per la colazione, e poi avanti fino alle 12. Dopo il pranzo, una breve sosta e poi ripresa del lavoro fino alle 18. Alle 18, S. Messa solenne e predica. Breve intervallo per la cena, e poi di nuovo al lavoro fino alle 23. Questo era il ritmo giornaliero, tutti i giorni, da un anno all’altro. 3. Un terzo motivo era il suo stile di predicazione. Predicava temi che il popolo sentiva e attendeva: il peccato, la famiglia, la vendetta, la sessualità, il perdono, il paradiso, l’inferno, Gesù, Maria, l’Eucaristia, la difesa della fede contro i protestanti e le sette.

4. Ma la ragione principale della sua capacità di attrarre le folle era la sua profonda spiritualità, fondata sull’amore verso Gesù Crocifisso, sull’Eucaristia, sulla devozione alla Madonna, con un attaccamento totale e filiale verso la Chiesa. Fino all’ultimo, ha voluto tenere in mano il Crocifisso e la corona del rosario.Un giorno, partecipavo a una missione di P. Damiano in una cittadina vicino alla città di Caruaru. Stavo ascoltando la predica ai margini della folla, quando mi si avvicina un ragazzino di 10-12 anni, che mi domanda: “Lei sa perché tutti vogliono bene a P. Damiano?” Dopo un paio di risposte che il ragazzino giudica sbagliate, sono io a chiedere a lui il perché. “Porque è mais carinhoso”. Forse quel ragazzino aveva proprio ragione. P. Damiano è ricercato da tutti perché è “affettuoso, affabile, amoroso”, come recita il dizionario, perché è il volto della tenerezza di Dio.

Repubblica Federale del Brasile
Superficie: 8.514.215 Km²,Abitanti: 183.552.000 (stime 27/4/2005)Densità: 22 ab/Km²,Forma di governo: Repubblica federale di tipo presidenziale,Capitale: Brasilia (2.190.000 ab., 3.199.000 aggl. urbano),Lingua: Portoghese (ufficiale), Inglese, Tedesco, Italiano, lingue indios.Religione: Cattolica 74%*, Protestante 15,5%, Non religiosi/Atei 7,5%, Animista 1,3%, altro 1,7% Moneta: Real brasiliano.
*È il Paese col maggior numero di cattolici al mondo. Viene chiamata Nordeste la grande area che va dall’Amazzonia allo Stato di Bahia. Il Nordeste è una zona povera, soprattutto nell’interno. Sei nel sertão: una serie di altopiani aridi e caldi, interrotti dalle gole scavate dai rari fiumi. La vegetazione stentata si chiama caatinga: cactus, cespugli spinosi e alberi rinsecchiti.
La costa che va da São Luis ad Aracaju è selvaggia per lunghi tratti. Il litorale nordestino è un paradiso: dune di sabbia bianca, palme da cocco sulle rive di un mare azzurrissimo, zone di foresta, clima gradevole. Le città del Nordeste - Fortaleza, Natal, Recife, Maceió - sono famose per le spiagge, il calore della gente, la cucina ottima e le serate a ritmo di frevo e forró.