Visita in Nigeria
P. Corrado Trivelli |
Ho
compiuta recentemente la visita alla Custodia dei Cappuccini nigeriani,
la terza di questo anno, settima a partire dagli inizi del mandato
a coordinatore delle Missioni Estere Cappuccini Toscani.
Ringrazio Dio che mi ha concesso l’opportunità, nonostante
l’avanzata età, di aprirmi totalmente al mondo delle
missioni “ad Gentes”. L’interesse e l’amore
per esse è stato sempre presente in me ed è sempre
gradualmente cresciuto fino alle numerose esperienze di condivisione
di questi ultimi anni.
Alcuni si domandano se queste visite sono poi necessarie, se merita
affrontare disagi e difficoltà di viaggi che hanno anche
una loro parte di rischio. A farmi superare tutto questo è
sufficiente ripensare allo spirito di accoglienza dei confratelli,
delle suore, dei laici che frequentano i nostri ambienti, in modo
particolare dei laici appartenenti all’O.f.s. e alla You.Fra.
Non solo i confratelli, ma tutte le persone conosciute nei precedenti
incontri hanno fatto a gara per salutarmi, per donarmi un sorriso
e una stretta di mano.
Il 10 Dicembre, insieme a P. Marco, Superiore Regolare, ho partecipato
alla Celebrazione della festa della Promessa Gi.Fra di Enugu e di
Onitsha. Purtroppo la Festa è stata celebrata in ambedue
i luoghi nello stesso giorno e per soddisfare il desiderio dei giovani,
e sinceramente anche il mio, abbiamo dovuto sottoporci ad un viaggio
abbastanza faticoso. Il mattino l’abbiamo dedicato alla fraternità
di Enugu, il pomeriggio alla fraternità di Onitsha, dove
siamo arrivati affaticati, ma felici di aver fatto in tempo per
la festa.
Tenendo conto di ciò che questi giovani francescani mi hanno
donato, con buona ragione posso dire: “ne valeva la pena!”
Il risultato di questo viaggio, credo che lo si debba indicare soprattutto
nel potenziamento e nel consolidamento della fraternità tra
cappuccini toscani e nigeriani, rimanendo uniti specialmente nei
momenti di scelte importanti e di crescita spirituale e pastorale
per la nuova Comunità Cappuccina Africana.
Abbiamo esaminato progetti già ben avviati, come la costruzione
della Piccola Casa Sollievo della Sofferenza in Ibadan, che sta
avviandosi verso il completamento grazie al contributo determinante
offerto da Tim e Telecom Italia, quale generosa testimonianza di
solidarietà che si inserisce nello sforzo internazionale
per la Promozione dell’Africa.
Già lo scorso anno fu possibile, con il contributo dell’Associazione
Onlus “Raggio di Luce” di Pistoia, iniziare questo progetto
con la costruzione di un ambiente per assistenza sanitaria.
L’altro progetto esaminato e verificato nel suo avanzamento
è stata la nuova casa di Noviziato in Benin City. Ancora
nuovi progetti, come la ristrutturazione della Casa di Lagos, divenuta
insufficiente ad accogliere i giovani postnovizi e i padri missionari
che stanno prestando servizio di primo annuncio e promozione umana
nelle isole abbandonate, dove risiedono comunità in profonda
e degradante miseria, nella immensa laguna di Lagos.
Ancora un viaggio e un’esperienza vissuta all’insegna
della fraternità, partecipata fortemente nella comune preghiera,
vissuta nella gioia con i giovani nuovi ordinandi, condivisa nella
Festa con i giovani laici francescani nel giorno della loro “Promessa”.
Al termine di questa breve visita, così ricca di emozioni
e vibrante di amicizia sincera, ho trascorso alcune ore davanti
all’Eucaristia nella piccola Cappella di Lagos, per ripercorrere
queste giornate davanti al Signore, chiedendo a Lui la capacità
di fare tesoro di tutto quanto è avvenuto intorno a me.
Ho percepito tutto come un dono: dono, i faticosi viaggi; dono,
la carica di entusiasmo che si è risvegliata in me a contatto
con questi amici e fratelli;
dono, il sentirmi in sintonia con loro immergendomi spontaneamente
nella loro “Festa”: danzando e cantando insieme. Quelle
strette di mano, quei sorrisi, mi hanno comunicato affetto, simpatia,
volontà di amicizia. Nei volti bagnati di sudore che si accalcavano
intorno a me, desiderosi di scattare insieme una foto, ho visto
la sincerità del cuore che ricerca e dà valore ai
rapporti umani.
Non ho agito per essere gratificato, per trovare consensi alla mia
disponibilità ormai conosciuta verso i fratelli africani,
ma non posso negare che questi incontri, queste fraterne visite
ed esperienze così umane, mi hanno procurato gioia, e incoraggiato
ad andare avanti in questo servizio finché il Signore e i
confratelli lo chiederanno e le mie forze lo permetteranno.
Rileggendo il mio recente passato, in cui non sono mancate sofferenze,
lacrime nascoste, notti insonni e distacchi dolorosi, che aprirono
ferite non ancora sufficientemente rimarginate, sono giunto a credere
che nel mio nuovo ruolo accettato con sofferta obbedienza, si è
avverata la Promessa evangelica... “Riceverete il centuplo...”.
Perché dalla sofferenza nasce sempre qualcosa di bello. Ancora,
Signore, lascia che ti dica Grazie !
|
Il
5 Dicembre presso l’Hotel Garden di Siena, per iniziativa
della Associazione di Volontariato “Gabnichi” Onlus,
nata recentemente a Siena per iniziativa di un piccolo gruppo di
amici sensibili alle sofferenze in molti popoli del nostro pianeta,
si è tenuta una serata a sfondo benefico in cui, oltre alla
presentazione ufficiale della nuova Associazione, e ai programmi
della medesima, si è rivolta particolare attenzione al mondo
della missione “ad Gentes”, in riferimento al contributo
offerto per la costruzione di una Scuola materna nel villaggio di
Mkoka in Tanzania presso le missioni dei Padri Cappuccini Toscani.
Si è inoltre conclusa la lotteria, preparata a suo tempo
per reperimento fondi, e l’asta delle maglie firmate dai campioni
del mondo calcistico italiano.
Per questa simpatica e fruttuosa iniziativa, dobbiamo ringraziare
la disponibilità dell’amico campione del pallone il
centravanti del Parma Bernardo Corradi, che si è interessato
a procurare il necessario per l’originale programma, partecipando
personalmente alla serata.
Bernardo, dalla nascita fino ad oggi, è membro attivo con
tutta la sua famiglia della parrocchia dei PP. Cappuccini di Siena.
Si vanta spesso di aver dato i primi calci al pallone proprio nel
campino del Convento. |
Il
ritorno in Provincia di Fr. Angelico Dell’Amico
Dopo quasi 37 anni di apostolato in Tanzania, Fr. Angelico lascia
quella missione dove ha speso con serenità gli anni più
intensi della sua vita di frate cappuccino e di sacerdote. In
missione si è fatto amare e apprezzare per lo zelo apostolico,
la generosità, le qualità umane e carismatiche,
che ben fanno risaltare il suo animo francescano.
La salute, si sa, non è più quella degli anni giovanili
e così Fr. Angelico si è dovuto arrendere a fratello
corpo un po’ acciaccato... Ma statene certi, il suo spirito
entusiasta di frate e sacerdote non verrà meno nella sua
nuova fraternità di Lucca - Monte S. Quirico. |
Vita
cristiana e missionarietà
|
Il
gruppo missionario della Parrocchia dell’Ascensione al
Pino di Prato, il 20 Gennaio si è incontrato con il P.
Segretario per un momento forte di animazione missionaria e
di preghiera, invocando la presenza dello Spirito per una crescita
di vita cristiana che non potrà essere tale se non è
aperta alla missionarietà.
La Domenica precedente, il gruppo aveva organizzato una raccolta
di generi alimentari da inviare presso le comunità missionarie
del Tanzania, che già vivono sotto lo spettro della fame,
poiché si sta registrando l’assoluta assenza di
pioggia. Purtroppo il sole cocente ha già bruciato i
primi germogli di un raccolto che era in attesa di acqua abbondante. |
Il
ricordo affettuoso e riconoscente al nostro confratello missionario
P. Enrico Briganti morto in Tanzania il primo dicembre 2005
P. Enrico, al secolo Pietro Briganti, nacque nel Comune di
Cortona, Frazione “La Fratta”, il 7 Maggio 1922.
Vestì l’abito dei cappuccini nel convento di
Cortona (Le Celle) il 04 Luglio 1939. Completati gli studi
celebrò la sua prima Messa al paese nativo il 15 Agosto
1947. Prestò, quindi, servizio pastorale nell’ospedale
di Castelpulci, e a S. Maria Nuova, in Firenze. Intanto aveva
chiesto di potersi recare missionario in India e, in attesa
della partenza, prestò servizio religioso nel cimitero
fiorentino di Trespiano. Il 16 Maggio 1948 nel chiesa di Montughi,
ricevé, insieme ad altri quattro confratelli, il Crocifisso.
Era il primo consistente gruppo di giovani missionari, che
partiva per l’India, dopo la fine della seconda guerra
mondiale.
Il 15 Luglio i missionari arrivarono ad Agra. Per P. Enrico
iniziò la grande avventura missionaria “indiana”
e, dopo un periodo di sosta a Mussoorie, fu inviato nelle
varie stazioni missionarie: Saharampur, Dehra Dun, Bhikampur,
Matura, Siwal, Agra, ecc..., per nominare soltanto le stazioni
ove sostò più a lungo. Il 21 Ottobre 1970 partì
per la missione in Tanzania. e fu missionario a Ipera-Kinusi,
a Kongwa, a Lumuma, a Kibakwe e a Mlali.
Il funerale è stato celebrato a Kongwa, il 6 Dicembre
in una chiesa affollatissima. La S. Messa presieduta dal Ministro
Provinciale dei Cappuccini di Tanzania, è stata concelebrata
da una trentina di sacerdoti: confratelli cappuccini, sacerdoti
del clero diocesano, religiosi passionisti, alla presenza
di molte religiose. |
Venezuela
26 Dicembre 2005
di
Marco, Ilaria, Lorenzo e piccolino
|
È
Natale! Guardiamo un po’, da dove possiamo iniziare…
Siamo in attesa del nostro secondo figlio. Questa è
la prima notizia! Con questa novità nella nostra famiglia
è nata anche la decisione di un nostro rientro anticipato
rispetto al termine del progetto previsto comunque nel 2006
(il nostro visto scade a Settembre 2006). In questi mesi le
attività sono continuate e pare che la Chiesa San Antonio
sia vicina ad essere nominata “vicaria”, il passo
precedente a divenire parrocchia: un bel riconoscimento, da
parte del Vescovo, alla “vitalità” della
nostra comunità.
Nel mese di Agosto abbiamo ricevuto la visita di tre ragazze
milanesi, Chiara, Valentina e Laura, intorno ai venti anni,
che hanno dedicato le loro vacanze a fare un’esperienza
con noi per conoscere la vita di una missione ed in particolare
di una famiglia missionaria.
Il giorno di S. Chiara è iniziato un gruppo di aiuto
per famiglie in cui il marito vive il problema dell’abuso
di alcool. Il problema dell’alcolismo colpisce una buona
percentuale degli uomini che abitano il nostro barrio, connesso
a problemi di maltrattamento familiare a danno delle donne
e dei figli. Hanno continuato a partecipare le donne (madri
e figlie), che lo hanno riconosciuto come un cammino di riscoperta
della loro dignità, attraverso la conoscenza di se
stesse, delle dinamiche familiari e il confronto tra di loro.
Il gruppo ha la durata di due ore: la prima è dedicata
al confronto, la seconda è dedicata all’ascolto
della Parola di Dio con il metodo della Lectio Divina. Il
dopo scuola con i bambini (che adesso sono 13) è ripreso
con il rientro di Alejandro, che aveva interrotto sia la frequenza
da noi che alla scuola dopo un impatto negativo con una maestra.
Ma la costanza e dedizione, unite alla competenza, della maestra
che segue il doposcuola del pomeriggio, lo hanno fatto rientrare
a pieno ritmo (non perde un giorno!) e hanno dato a noi un
segno della necessità di questo spazio, che offre ai
bambini che soffrono di difficoltà familiari ed economiche
un momento per essere accolti, accompagnati nello studio e
un buon pasto nella giornata.
Ci preme precisare che tutte le attività iniziate non
termineranno con la nostra partenza perché esse sono
nate con la collaborazione di persone del posto che continueranno
a dedicarsi con tutto il loro impegno, come hanno fatto finora,
per il loro proseguimento. Quindi non fate mancare la vostra
generosità per il “Progetto Alejandro”
che adesso significherà anche un gesto di fiducia nella
responsabilità e autodeterminazione dei nostri amici
venezuelani. Il Consiglio Pastorale si costituirà in
associazione per farsi carico del Centro Sociale e ha programmato
turni di volontariato diurni e notturni fino all’arrivo
a Settembre di Eugenio, Elisabetta e la piccola Teresa, la
famiglia del Ce.Mi.Ofs che continuerà il servizio di
laicato missionario in Venezuela. Avevamo chiesto al Consiglio
Pastorale, prima della partenza, di indicarci i punti di forza,
le debolezze e di darci alcuni consigli per il proseguimento
del progetto CeMiOfs.
I punti di forza secondo loro sono stati (li riportiamo come
loro stessi li hanno scritti): “lavorare fortemente
per il coinvolgimento della comunità che è avanzata
molto; la pazienza e la perseveranza nel cercare le persone
e la umiltà di aspettare i nostri tempi; la presenza
adesso di un Gruppo Caritas, Gruppo Giovani, Gruppo di Aiuto
per problemi di alcool e il doposcuola con i bambini del barrio
che si trovano in difficoltà; questa esperienza è
stata un albero che ha dato i suoi frutti, occorre continuare
il lavoro con questi frutti che sono nati; la costanza di
Marco, che è andato in bicicletta di casa in casa per
promuovere e sensibilizzare sulle varie attività, da
solo o accompagnato da Lorenzito, come segno evidente della
volontà di lavorare con chi vive in questa zona; la
promozione dei corsi diocesani per la formazione dei laici,
i gruppi della lectio divina, piccoli semi di ascolto e condivisione
della Parola di Dio; un esempio per ciascuno di noi soprattutto
nel farci pensare possibile il coinvolgimento delle famiglie
nella evangelizzazione e nell’attenzione agli altri;
la loro capacità di stare in mezzo a noi con amicizia
e coinvolgimento sono stati un esempio per continuare e per
far sì che il Centro Sociale non torni a essere abbandonato
ma continui a essere il luogo vivo che è stato in questi
anni.
”Le debolezze sono andate tutte nello stesso senso:
“non abbiamo offerto il sufficiente apporto e sostegno
a questo progetto”. I consigli sono stati: “non
lasciateci alla deriva come una barca senza timone; vogliamo
che vengano altri e che non rimanga solo il Centro Sociale;
che la prossima coppia si faccia fare un “vaccino”
per non procreare in maniera così ravvicinata!”
Da un primo sguardo a questi commenti è chiaro il pregiudizio
sempre latente di una nostra “superiorità”
come civiltà occidentale. Ancora non sono consapevoli
che il nostro unico apporto è stato quello di attivarci
a scoprire e valorizzare tutte le potenzialità che
già esistevano e pensiamo che questo periodo di totale
assenza di un “esterno” possa renderli molto più
coscienti di questa realtà.
Il testo completo della lettera di Ilaria e Marco è
consultabile nel sito www.cemiofs.it |
L’asilo
di Mkoka
Associazione Gabnichi
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I
lavori per la realizzazione dell’asilo di Mkoka (Tanzania),
avanzano rapidamente. Un progetto cofinanziato dalla Fondazione
del Monte dei Paschi di Siena. Sono già state costruite
le opere di fondazione e sono in fase di ultimazione quelle
dei muri perimetrali.
Dal 28 febbraio al 6 marzo un tecnico di Gabnichi, effettuerà
un sopralluogo, che oltre a verificare la correttezza esecutiva
delle opere realizzate, effettuerà una ricognizione
volta ad individuare una scala di priorità dei prossimi
interventi che la nostra associazione intende realizzare e
cofinanziare in Tanzania. Le foto, scattate in gennaio 2006,
sottolineano la filosofia portata avanti da Gabnichi di valorizzare
materiali, tecnologia e mano d’opera del posto.
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