Scopo di un viaggio extra in Tanzania
Fr.Corrado
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Fine
Maggio-primo Giugno 2005, è stato necessario fare un sopralluogo
presso la stazione missionaria di Mkoka dove è già presente
l’abitazione dei Padri e quasi portata a termine la costruzione
della Chiesa.
Per iniziativa di un gruppo di amici senesi, costituitosi in Ass.ne
ONLUS Gabnichi (il sito è: www.gabnichi.it),
è stato deciso di provvedere alla costruzione di una scuola materna
presso questo villaggio che ha numerosa popolazione infantile.
Sono stati presi contatti con i responsabili del luogo, missionari e
possibili collaboratori laici del posto. I risultati del viaggio sono
stati soddisfacenti e soprattutto promettenti un buon esito per il progetto
che entro la Primavera del 2006 pensiamo sia portato a termine.
Durante questo breve viaggio, non abbiamo voluto privarci di fraterni
incontri con missionari e missionarie, visitando luoghi e strutture
già realizzate ed efficienti, incontrare l’accogliente
gente del luogo, per e condividere momenti di gioiosa convivenza, di
cui vi riferisco alcune testimonianze.
Un giugno
africano
Quando sono partita avevo mille preoccupazioni ma tanto entusiasmo;
è bastato arrivare per capire che erano dovute a mera ignoranza
e false esigenze dovute al benessere: ma la serenità che ho vissuto
pesa come un macigno dal giorno della prima partenza da Dar El Salaam.
Perché sono partita? Per curiosità, per un amore per l’Africa
che mi porto dietro sin da piccola, per il desiderio egoistico di fare
qualcosa di buono per me stessa.
Non dimenticherò il caldo umido della città; poi la frutta
dolcissima e saporita, i colori della savana, solo apparentemente uniformi;
i vestiti colorati delle donne; gli orizzonti larghi; il tramonto; il
sentire una natura addomesticata ma ancora padrona, soprattutto la notte,
che si riempie di rumori; gli sguardi delle donne, affaticati ma ridenti;
gli occhi trasparenti e sereni dei missionari, cui non mancano vitalità
ed entusiasmo; il senso del tempo, che scorre lento e il cui ritmo si
riconcilia con quello della natura; l’attimo di sconforto che
mi ha preso nel vedere i bambini del Kituo: non si può alleviare
tutto, ma si può trovare un senso, con la fede, perché
lì nella povertà materiale, la debordante ricchezza interiore
ti mostra ogni giorno tanti Gesù che portano la propria croce.
La speranza di un futuro, questo gli manca, perché non hanno
attese di vita, perché non hanno condizioni igieniche sanitarie
adeguate, perché non hanno istruzione. Aiutarli a costruirsi
un futuro, con gratuità, perché davvero, così,
si riceve più di quanto si dà.
L’Africa mi ha arreso alla vita. In Africa la vivi la vita, con
le sue prove, i suoi dolori e le sue gioie. Provare per credere, mai
motto fu più adeguato.
Francesca
Le
piaghe dell’Africa
La Tanzania non è il Sael, ma non naviga nell’abbondanza
e le piaghe dell’Africa hanno colpito anche qui. Quella più
grande e più pesante, per chi le vive ma anche per la coscienza
di chi sa e può fare, è l’aids. Molti bambini ne
sono affetti, per averlo contratto al momento del parto; molti sono
rimasti orfani dei genitori; tutti questi bambini sono emarginati dalla
famiglia d’origine, non per cattiva volontà, ma per ignoranza,
per paura del contagio, per il costo delle medicine.
Gran parte del lavoro delle suore locali e missionarie è rivolto
anche a questi bambini, per rendere la loro breve vita migliore possibile.
In fondo, questi piccoli angeli, non chiedono che un pò d’affetto
e di carezze “private”.
A Dodoma esiste un asilo gestito da suore tanzaniane che ha bisogno
di tutto dai vestitini ai lettini, per accogliere tutti i piccoli ospiti
che quotidianamente bussano alla porta e nessuno dei quali viene rimandato
indietro.
Quello che vogliamo fare è aiutare queste mamme e la solidarietà
a distanza ci sembra il mezzo migliore; una sorta d’affido, un’adozione
consapevolmente a termine, ma proprio per questo ancora di più
gratuita di quelle che ci consentono di seguire il bambino – sia
pure a distanza – nel suo percorso formativo scolastico e personale.
Un’altra priorità importante riguarda la donna, che deve
acquistare la consapevolezza di essere persona e, per ciò stesso,
con una dignità che solo istruzione e autonomia possono poi,
nei fatti garantirle. Per questo i missionari s’impegnano ad aprire
asili e scuole: per garantire istruzione e - soprattutto attraverso
scuole di cucito il cui diploma è riconosciuto dallo Stato -
la possibilità di avviarsi nel mondo del lavoro.
Un amico dell’Africaq
Ancora
una visita alla Custodia nigeriana
Fr.Corrado |

L’ordinazione
presbiterale di sei nuovi giovani cappuccini in Enugu ci ha sollecitati
a fare ritorno a breve scadenza in Nigeria. Insieme al P. Provinciale
P. Stefano Baldini e al P. Segretario delle Missioni P. Corrado Trivelli
era presente anche il Vice Segretario della Curia Provinciale, P. Fabio
Piccini.
La visita fraterna si è estesa anche alla verifica di progetti
già in corso e di altri che dovrebbero avere inizio al più
presto. La Chiesa dedicata a S. Padre Pio, come si può costatare
dalle foto, è giunta al termine e la casa di accoglienza per
bambini affetti da malattie tropicali in Ibadan ha preso il via. Inoltre
è stato dato l’ok anche per l’erigenda nuova casa
di formazione in Benin City. q
P.Marcello
Falini: Missionario di retrovia
Fr.Corrado |
P.
Marcello Falini, il Segretario delle Missioni più conosciuto, più
amato, più ammirato nell’ambito dell’Animazione Missionaria
Cappuccina, non sarà più con noi, pur rimanendo sempre presente
nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Il 1° Luglio è
stato chiamato alla casa del Padre per l’aggravarsi delle sue condizioni
di salute già precarie. Apparteneva alla Provincia dei Cappuccini
umbri, della quale fu per lunghissimi anni Segretario delle Missioni Estere,
ma ogni segretario e segretariato guardava a P. Marcello come ad un modello
di animatore da emulare. Desiderava essere un missionario e giovanissimo
tentò l’esperienza in terra amazzonica, ma la sua salute
non resse al nuovo clima. L’Amazzonia era adatta al suo zelo apostolico,
non alle sue forze e dopo un breve periodo fece ritorno in Provincia.
Gli furono affidati diversi incarichi che svolse mirabilmente, finché
gli fu affidato il Centro di Animazione Missionaria, come Segretario.
Scrive il Padre Ennio Tiacci, Ministro Provinciale dell’Umbria:
“Quel giorno P. Marcello scoprì la vocazione della sua vocazione:
essere missionario in Italia. Missionario di retrovia, ma missionario!”.
Servizio alla Missione che esercitò dal 1955 al 2000, divenendo
così il segretario per antonomasia: nessun altro cappuccino in
Italia, è rimasto così a lungo in un posto del genere. Anzi,
storicamente va detto che fu nominato Segretario quando tra i cappuccini
italiani mancavano ancora strutture ufficiali per le missioni; un segretario
ante tempus, quindi, che dovette aprire piste, preparare materiale, suscitare
interesse, scegliere porte a cui bussare per far conoscere, amare e sostenere
le missioni. Si, possiamo dire le Missioni, al plurale. Pur impegnandosi
direttamente per l’Alto Solimoes, P. Marcello non fece di questa
l’unica missione. Egli aveva un’anima troppo grande e troppo
aperta per essere chiusa dentro le frontiere, fossero pure quelle immense
dell’Amazzonia. Per questo lavorò per tutte le Missioni,
aiutandole con una generosità che solo Dio, e chi si rivolgeva
a lui, hanno conosciuto. Non solo seppe animare, ma anche organizzare
l’animazione stando al passo con i tempi, servendosi, non solo della
stampa ma anche di mezzi audiovisivi con i quali visitava parrocchie,
scuole, soprattutto gruppi giovanili. P. Marcello credette nell’efficacia
dei “media” in campo missionario, considerandoli “non
come mezzi di potere, ma come potere di mezzi” e capì l’importanza
e la forza dell’immagine per l’uomo di oggi. Quando il lavoro
aumentò, lo organizzò razionalmente costituendo una equipe
numerosa di capaci collaboratori laici con i quali partecipò ai
nostri Convegni Nazionali. Col passare del tempo credo che molti altri
Centri di Animazione Missionaria abbiano imitato l’esempio di P.
Marcello. Dalle testimonianze dei suoi collaboratori più stretti,
posso affermare che il segreto della sua attività stava nella sua
abitudine di dirigere il proprio cuore in alto e renderlo così
abitazione di Dio e della sua Parola. Settimanalmente organizzava anche
un incontro con la Parola di Dio, per i suoi collaboratori, guidandone
poi lui stesso la spiegazione e la riflessione. La fedeltà alla
vocazione evangelizzatrice, fatta anche di piccole cose, lo portava, come
afferma lo stesso superiore provinciale, ad annunciare e a mostrare, più
che dimostrare, Gesù Cristo, volto umano di Dio e volto divino
dell’uomo, “con gioia e con forza, ma soprattutto con la testimonianza
della propria vita”. Ho creduto opportuno ricordare questo nostro
confratello, vero testimone della Missione di retrovia. Quella testimonianza
alla quale altri cappuccini oggi sono chiamati e ai quali auguro di possedere
lo stesso zelo e gioioso entusiasmo di P. Marcello.q
Agosto
2005: esperienza di condivisione missionaria |

Ogni
anno, anche nell’Agosto scorso non è mancato l’appuntamento
con le Missioni toscane in Tanzania, organizzato dal C.A.M. Cappuccini
Toscani. Di turno P. Flavio Evangelisti con altri nove volontari, che
hanno collaborato presso il Centro Riabilitazione bambini motoles i con
sede in Mlali Ecco alcune testimonianze (riepilogate) dei partecipanti.
Elisa: da quest’esperienza spero di aver colto
l’amore per le cose semplici, per questa vita che nei suoi alti
e bassi è sempre stupenda ma soprattutto ho trovato Dio. Sì
sì l’ho proprio visto, come dire altrimenti! Penso alle suore
del Kituo, a Padre Francesco, a tutte le suore e i frati, fra Giorgio
per esempio, unito al lavoro dei frati del CAM in Italia: come si può
pensare che Dio non ci sia o nascondere la sua evidenza?
Il Kituo e tutte le altre missioni sono un miracolo tangibile e quando
l’ho costatato sono rimasta a bocca aperta e mi sono detta “Ma
se ci pensi bene il lavoro di tutti questi frati e suore non è
un miracolo? Il Centro riabilitazione non è un miracolo?”

Caterina: la povertà della Tanzania è vera e tangibile
ma quello che colpisce è il sorriso limpido della gente, nonostante
i problemi non indifferenti per la sopravvivenza. Mentre noi Wazungu (=
europei) cerchiamo di proteggerci dalle brutte sorprese della vita, l’africano
considera il destino un amico, perché è nelle sue mani da
sempre ed accetta con la massima tranquillità e il succedersi degli
eventi d’ogni giorno.
Collaborando al Kituo, la cosa che dà più soddisfazione
è ricevere in cambio un sorriso di un bambino o un sincero “Asante”
(= grazie!), che ricompensa qualsiasi difficoltà che si possa incontrare
durante la nostra presenza. Così quando sono partita per la Tanzania
volevo “salvare” l’Africa, ma adesso che sono tornata
posso affermare che è l’Africa ad arricchirci, a salvare
noi da tanti gretti egoismi.
Laura:
sono andata in Africa con l’obiettivo di aiutare questi bambini
sfortunati, a me non rimane che dire: “Asante-sana” = grazie
tanto.
Asante-sana ai bambini, sia a quelli del centro, come a tutti quelli che
ho incontrato; perché mi hanno fatto scoprire la gioia di vivere,
anche nella sofferenza, nel dolore, nella povertà.
Asante-sana ai missionari che esprimono in ogni loro opera una dedizione
incondizionata all’altro, occupandosi sia dei bisogni spirituali
sia di quelli materiali dei fratelli.
Asante-sana ai fedeli che ho incontrato nelle celebrazioni liturgiche,
perché mi hanno dimostrato che la fede si esprime anche nella gioia,
nel canto, nella musica e nella danza, nella partecipazione attenta e
attiva anche se la celebrazione dura tre ore.
Asante-sana ai compagni di missione con cui ho potuto condividere a piena
quest’esperienza meravigliosa che segnerà in maniera profonda
la mia vita.
Patrizia:
porterò sempre nel cuore quel gran mondo e mistero che è
l’Africa, con la speranza di poterci tornare un giorno. È
ammirevole quello che i cappuccini e le sorelle stanno facendo da anni.
Come dice la preghiera dell’accoglienza chiederò al Signore
tutti i giorni...” Aiutami ad irradiare una pace gioiosa ed a raccogliermi
in Te per diventare sempre disponibile ed accogliente con tutti. E così,
senza compiere opere straordinarie, senza vanagloria, io possa aiutare
gli altri e sentirti più vicino, perché la mia anima ti
accolga ad ogni istante....”. Grazie!
Elisa:
appena arrivata al Kituo, l’incontro-scontro con quei piccoli grilli
del Kituo, quei bambini che hanno una voglia e una forza di vivere, che
su di me ha avuto all’inizio un effetto sconvolgente.
Mi hanno lasciato spiazzata e messo in crisi. Soprattutto mi ha colpito
la loro serenità. Potevo in un mese cambiare qualcosa a favore
di quelle creature? Se qualcosa è cambiato è in me. Non
ho dato, ma ho preso.
Molti gli episodi, in particolare uno dei bambini mi ha stupito per la
forza di volontà, per l’entusiasmo che mette negli esercizi
fisioterapici, vuole a tutti i costi diventare come tutti gli altri, non
è mai stanco, non vuole mai arrendersi o rassegnarsi. Per me quel
bambino è diventato un simbolo della vita.q
Una
voce anche dall’India
P.Lanfranco |

Carissimo
P. Corrado, solo adesso, a distanza di mesi dalla tua ultima, trovo il
tempo per una breve risposta corredata di qualche buona notizia. Grazie
del pro memoria dei benefattori ai quali vorrei inviare un saluto particolare
per ciascuno, purtroppo non ho tempo. La direzione della scuola e soprattutto
il seguire i casi che hanno bisogno del sostegno economico mi assorbe
molto tempo. Poi c’è la vita di Fraternità, la preghiera:
momenti importanti per un consacrato, che non voglio assolutamente trascurare.
Posso assicurare che il progetto “Borse di Studio” è
una vera benedizione per i nostri giovani che desiderano farsi una vita
decorosa e decente, senza abbandonarsi all’accattonaggio per sopravvivere.
Adesso le scuole sono chiuse per le vacanze e noi gioiamo per le mete
raggiunte dei nostri giovani. Alcuni hanno completato il cammino: Simon
Peter ha terminato laureandosi in ingegneria. Farà un ringraziamento
speciale al Signore e ai benefattori in cattedrale a Meerut. Ha ottenuto
un buon impiego nella città di Bombay. Xavier Edwin, altro giovane,
figlio del Catechista, ottenuto il diploma di ragioniere, vorrebbe continuare
per laurearsi in economia. Si è diplomata un’altra ragazza
in fisioterapia. Ha già ottenuto l’impiego. Altri continuano
nell’impegno e nella speranza d’avere ancora il sostegno per
arrivare in fondo. Il Vescovo Patrick, il clero locale e i confratelli
cappuccini locali sono molto contenti di questo progetto e i giovani pregano
assiduamente per i loro benefattori. La spesa annuale per sostenere tutti
è salita a 25.000 Euro. I più sinceri auguri per l’animazione.q
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