Nigeria: Segni di crescita e di maturità
Fr. Corrado |
In
un mio articolo dello scorso anno dichiaravo di aver incontrato, nei
miei fratelli cappuccini nigeriani, ricchezza spirituale, crescita culturale
e fraterna.
Oggi con maggiore forza lo confermo, dopo aver partecipato con loro
al Capitolo.
Al di là dell’interesse per le elezioni dei nuovi superiori,
ho costatato, rimanendone edificato, la volontà di confrontarsi
sui problemi per garantire la continuità delle scelte fatte e
delle strade intraprese. Queste le tematiche di discussione: vita fraterna
e di preghiera; servizio dell’autorità e obbedienza; pastorale
vocazionale; formazione iniziale e permanente; vita apostolica con taglio
francescano cappuccino, con particolare riferimento all’O.F.S.
e alla Gi.Fra., ormai presenti numerose nella zona Sud-Est della Nigeria.
La crescita e la maturità ha condotto l’Assemblea capitolare
a scegliere come nuovo Custode o Superiore Regolare il confratello Fr.
Mark Ezeh, appartenente alla seconda generazione cappuccina nigeriana.
Mark iniziò la sua formazione in Provincia Toscana, per completarla
poi nella casa di formazione presso il Convento Studentato Teologico
di Enugu, dove ricevette anche l’Ordinazione Sacerdotale. Dopo
aver servito per qualche anno la fraternità di Ibadan, come vicedirettore
dello Studentato, e essersi adoperato per il buon funzionamento del
nuovo convento in Olunde, è tornato in Italia, dove è
rimasto per circa due anni, dedicandosi allo studio per l’aggiornamento
e al servizio fraterno e di apostolato nelle fraternità di Montughi-Firenze
e, soprattutto, presso la casa di preghiera delle Celle di Cortona.
Tornato in Nigeria, dopo un breve periodo di permanenza a Lagos, ha
ricevuto l’incarico di aprire una nuova casa presso la periferia
di Benin City. Quale segno di continuità e di comunione con la
Madre Provincia Toscana, gli è stato dato come primo consigliere
il confratello Fr. Mario Folli e, come secondo consigliere, il Maestro
dei novizi Peter Achuonye. Adesso la Custodia conta 48 confratelli,
di cui 3 novizi, 28 professi di voti perpetui e 17 di voti temporanei;
altri 10 si preparano al noviziato.
Ora,
che i fratelli della Custodia stanno diventando più numerosi,
sentono il bisogno di dedicarsi di più al “Primo annuncio”
e nuove case sono state aperte. La prima in Lagos, alla cui fraternità
è stato affidato un campo specifico di apostolato presso due
isole semi abbandonate della vasta laguna della metropoli: l’Isola
del Serpente e l’Isola di Igboalejo. La popolazione è rappresentata
da gente poverissima, per lo più rifugiati politici, senza niente
e spiritualmente abbandonati. Un’altra piccola fraternità
ha preso alloggio presso il villaggio di Okokhuo (periferia di Benin
City), zona pastoralmente e socialmente semi abbandonata, in attesa
di costruire il Convento di Noviziato.
Nel salutare il nuovo superiore, auguriamo a lui, al suo consiglio e
a tutti i componenti la fraternità cappuccina della Custodia,
di poter puntare al più presto verso il Nord Islamico del Paese.
Non possiamo concludere senza rivolgere un fraterno ringraziamento al
P. Superiore uscente, Fr. Bernardino Faralli, a Fr. Giulio Galassi e
a Fr. Mario Folli, i tre coraggiosi pionieri che, non più giovanissimi,
partirono nel 1984 per iniziare dal nulla questa meravigliosa avventura.
Insieme a loro, tuttora presenti in Nigeria, vogliamo ricordare e ringraziare
tutti coloro che hanno dato un contributo per la crescita di questa
comunità: Fr. Goffredo Zarb, Fr. Daniele Bertaccini, Fr. Gianfranco
Macconi.
Oggi i cappuccini toscani guardano questa numerosa famiglia, da loro
fondata, con commozione e gioia, come i genitori gioiscono costatando
la crescita dei loro figli. Per questo, venti anni or sono, furono inviati
in Nigeria.q

Terra
Santa: Non muri ma ponti
Suor
Gerarda Sironi |
L’articolo
sul discorso del Papa in riferimento all’affermazione: “Non
muri ma ponti”, mi stuzzica a dire anch’io la mia.
Questo benedetto muro che prende vari nomi: di difesa, di confine, ma
pur sempre di separazione e discordia, è molto più di
tutto questo, anche se non possiamo ancora definire altri appellativi.
Inoltre non sono affatto portata alla politica, specie quando è
così complessa come in questi paesi. Mi baso soltanto su ciò
che vedo e costato ogni giorno vivendo qua al limite tra Israele e Palestina,
dove il muro di Abu Dis è a quattro passi e quello di Al Azarieh
verrà innalzato a giorni - si vedono già i blocchi di
cemento alti otto metri tutti allineati -sul declivio della collina.
Intanto cosa avviene? La strada di accesso alla nostra entrata, larga
si e no una decina di metri, è divenuta l’unico accesso
all’uscita verso Gerusalemme e solo per chi ha il permesso. Questa
unica strada è pure bloccata per tre quarti, lasciando uno spazio
solo per i pedoni (con permesso). I pulmini di servizio scaricano la
gente che passa dall’altra parte e poi sale su altri pulmini che
portano a Gerusalemme. E chi non ha il permesso che fa? L’unica
alternativa è saltare i muri oppure passare attraverso il nostro
giardino. Si apre quindi il cancello e centinaia di persone di ogni
età passano così ogni giorno… Dal nostro giardino
passano a quello dei Padri Passionisti dove una breccia nel muro di
cinta del convento permette loro di uscire sulla strada che porta a
Gerusalemme.
E noi che facciamo? Salutiamo e comprendiamo, condividiamo il peso della
loro umiliazione, sofferenza e tensione, con “cuore missionario”.
Come non vivere con loro il disagio di chi vorrebbe andare a cercarsi
un posto di lavoro o di chi deve andare all’ospedale? Non ce ne
sono in Abu Dis e Al Azarieh. Pensate alle urgenze, alle partorienti,
agli anziani… Questa in breve la situazione che tocchiamo con
mano, giorno dopo giorno. Ho messo l’accento sui palestinesi perché
ci troviamo nei “territori“, ma in tutta giustizia sento
di dire due parole anche sui soldati che costantemente vigilano l’area.
Sono tutti nel fiore della gioventù: ragazzi che non conoscono
altro che il dovere di difendere la loro patria e il bisogno di difendere
se stessi. Agiscono secondo gli ordini che ricevono dai capi, a volte
loro malgrado. Parlando un giorno con una mamma ebrea, ho colto innanzitutto
il desiderio che è condiviso dalla maggioranza in Israele, pace
che richiede dialogo, intesa, sicurezza da attentati e da interventi
drastici da ambo le parti. «Noi mamme - aggiunse - ci chiediamo
sovente a che pro mettere al mondo un figlio per vederlo poi in pericolo
negli anni belli della sua gioventù». Portano così
nel cuore tanta apprensione e sofferenza in silenzio, implorando il
Dio di Israele, il Dio dei nostri Padri, il Dio unico, di risparmiare
il figlio come un giorno risparmiò il figlio di Abramo.
E Cristo l’unico figlio di Dio, che non è stato risparmiato
dalla morte, perché solo così poteva darci la vita, interceda
presso il Padre, perché i doni di giustizia, perdono e pace diventino
una realtà per la terra Santificata dalla sua vita, passione,
morte e risurrezione.q
Missionari
in Venezuela
Marco e Ilaria |
Guanare
23 Gennaio 2004
Eccoci qua! Non siamo spariti, siamo vivi e vegeti e stiamo molto bene
tutti e tre (piccolino compreso, che pare che sia un maschietto!)
È ormai una settimana che siamo arrivati nella nostra casetta “definitiva”
dopo un lungo girovagare che è iniziato a Settembre con i due mesi
al CUM di Verona, per il Corso di preparazione di due mesi per i missionari
dell’America Latina, ed un mese sulle Ande Venezuelane dove abbiamo
approfondito la lingua castigliana e abbiamo condiviso la vita fraterna
e la preghiera con i frati francescani del Seminario di Palmira, vicino
a S. Cristobal. Ora siamo nella zona che ci ospiterà per questi
anni e dove si svilupperà la nostra esperienza di servizio (...).
Le cose belle che ci hanno colpito sono: la presenza numerosa di bambini
in ogni luogo (nella parrocchia ogni settimana si svolgono 13-15 battesimi!);
l’accoglienza della gente, semplice e genuina; la voglia di fare
festa per cui ogni occasione diviene un pretesto per cantare, mangiare
e stare insieme. (...)
Guanare, 20 Febbraio 2004
Eccoci arrivati al nostro secondo appuntamento mensile. Cosa è
successo in questi giorni? Innanzitutto abbiamo iniziato a lavorare concretamente
per il “Proyecto Semilla” (Piccolo Seme) che ha come obiettivo:
“comprendere e condividere”.(...) Abbiamo iniziato a conoscere
e visitare, accompagnati da alcuni abitanti del Barrio (Quartiere), le
varie famiglie della zona e ad ascoltare quelle che loro ritengono le
necessità (...) ci sono anche molte risorse che vanno riconosciute
e rilevate: la solidarietà fra vicini che ha permesso alle persone
di continuare a vivere dignitosamente anche in situazioni difficili; l’attenzione
che molti hanno verso i bambini che rimangono soli, che vengono presi
in affidamento e detti “criado” perchè sono “cresciuti”
da altri parenti o da conoscenti come veri e propri figli (ogni famiglia
ne ha almeno uno o molti di più); la fede genuina che sostiene
l’esperienza di vita per accettare con serenità situazioni
di povertà e di ingiustizia.(...) La nostra giornata inizia alle
6.30 e si conclude verso le 21.30 quando stanchi e sfiniti soprattutto
per il caldo che incombe con i suoi 35°/40° per tutto il giorno
(...)
Guanare,
20 Marzo 2004
Anche il nostro terzo mese in Venezuela è passato, il tempo sembra
volare via... ci sembra ieri quando abbiamo salutato l’Italia (...)
la situazione politica ha conosciuto momenti di tensione sfociati in violenze
e purtroppo anche con alcuni morti.
Per quanto riguarda le nostre attività... ci siamo resi disponibili
(...). Abbiamo iniziato ad incontrarci con un piccolo gruppo di giovani,
(...) Qui la realtà non offre molto per un ragazzo di 14 - 20 anni,
non ci sono posti dove ritrovarsi.(...) La pancia di Ilaria cresce insieme
a Lorenzo che ora, dai calcoli della dottoressa dovrebbe pesare circa
2 kg. La gente è generosa e a volte ci commuove, preoccupandosi
per noi, portandoci un dolce.(...) Abbiamo la fortuna di pregare di più
di quando eravamo in Italia e spesso è un ringraziamento verso
il Signore: della generosità della gente, di quel piccolo gruppo
di giovani che ha voglia di ritrovarsi, di Lorenzo che sta crescendo bene
(...). Un abbraccio forte, forte a tutti quanti!
Il 29 Aprile è nato Lorenzo Petri!
Per il testo integrale e le eventuali lettere pervenute successivamente
all’uscita della rivista, visita il sito: www.cemiofs.it
E-mail di Ilaria e Marco: petri2@interfree.it.
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